Prevenzione del crimine con la progettazione dello spazio (2001)

1 Introduzione

La costruzione di ambienti urbani sicuri è un principio chiave su cui si basa il Piano Cittadino. Gli orientamenti per creare spazi sani, sicuri e accessibili sono inclusi nei documenti Strategic Plan, Desired Environmental Outcomes for Areas, nei piani locali e in una quantità di norme.
Come si afferma all’interno del Piano Cittadino, gli orientamenti generali della pianificazione devono offrire linee ai progetti di trasformazione proposti. Il presente documento offre indicazioni ulteriori a sostegno delle Norme contenute nel Piano Cittadino. Esso provvede altre linee guida sulla prevenzione del crimine e le questioni progettuali connesse.
Si riconosce che i principi di questo documento possano entrare in conflitto con gli obiettivi di altri aspetti delineati nel Piano Cittadino. In questi casi, sarà necessario valutare discrezionalmente quale sia il risultato più vantaggioso.

2 Prevenzione del crimine attraverso la progettazione spaziale (CPTED)

L’applicazione del CPTED all’ambiente urbano può ridurre le occasioni e le probabilità di reati. La realizzazione o modificazione di spazi consente di inserire i principi CPTED sia nei progetti che nelle modalità di gestione.
Non è fra gli scopi di questo documento l’individuare in dettaglio metodi CPTED adatti a ogni tipo di situazione e intervento. Ad ogni modo, è riconosciuto che aderire agli elementi base CPTED può orientare i progetti di trasformazione a ridurre il numero dei reati, aumentare la sicurezza nella città, migliorare l’abitabilità. Se i criteri CPTED delineati in questo documento possono essere applicati in tutti i tipi di intervento, essi sono indicate in modo particolare a quanti comprendo aree accessibili al pubblico ed elementi ad alta generazione di attività, quali:

● spazi centrali
● zone a funzione mista/commerciali
● complessi residenziali a media e alta densità
● insediamenti con aree di nuova espansione
● verde, spazi aperti, aree ad accesso pubblico
● spazi comuni
● spazi per lo sport, il tempo libero, l’intrattenimento
● altre zone ad alta frequenza dove i reati possano essere un problema.

Si riconosce anche che l’attuazione degli elementi CPTED deve essere equilibrata rispetto ad altri obiettivi progettuali, e di conseguenza il documento si concentra su questioni facilmente inseribili nei progetti e piani di gestione. Ci si aspetta che di questi problemi venga tenuto conto, ove adeguato, per i tipi di intervento elencati sopra.


3 Obiettivi

Obiettivi delle presenti indicazioni sono:
● assicurare che vengano tenute in adeguata considerazione le questioni della sicurezza urbana e della prevenzione dei crimini, per quanto riguarda l’urbanistica, i progetti di costruzione e quelli di trasformazione
● contribuire all’integrazione delle questioni della sicurezza nei processi di approvazione dei progetti pubblici e privati.

4 Elementi generali della CPTED

Esiste una grande quantità di questioni base che afferiscono al CPTED. Vengono elencate di seguito e di esse occorre tener conto nella progettazione degli interventi e nel loro esame per l’approvazione. Esse sono:
● occasioni di sorveglianza spontanea e linee visuali
● mescolanza di funzioni e generatori di attività
● evidenziazione di usi e proprietà
● progettazione esterna degli edifici
● illuminazione
● orientamento
● percorsi prevedibili e punti senza uscita.
Si tratta di elementi interdipendenti, e che non si escludono l’un l’altro.

4.1 – Sorveglianza spontanea e linee visuali

La sorveglianza spontanea comporta l’uso e progettazione di strutture che aumentino al massimo la visibilità in uno spazio. Ciò aumenta la sensazione di sicurezza ed è un deterrente alle attività criminali.
Linee visuali sgombre, la possibilità di guardare ciò che sta davanti per un lungo tratto di strada o spazio aperto, offrono una occasione di sorveglianza spontanea. Una chiara visibilità a distanza offre a ognuno sia una percezione di sicurezza, sia un adeguato spazio di reazione a qualunque possibile minaccia.
I seguenti principi progettuali (illustrati nelle figure da
a a e) devono essere presi in considerazione nelle ipotesi di trasformazione, per promuovere sorveglianza spontanea e offrire adeguate linee visuali:


● collocare gli edifici affacciati sullo spazio aperto e/o sull’edificazione adiacente
● realizzare affacci che includano elementi di attività
● fissare chiare linee visuali attraverso gli spazi più problematici di edifici e altri caratteri del luogo
● progettare percorsi, sottopassi e altri ambiti in modo da ridurre al minimo sbalzi di livello improvvisi e angoli ciechi, aumentando al massimo una chiara linea visiva
● aumentare al massimo la visibilità delle zone a massimo rischio, come i parcheggi delle auto (pubblici o annessi ai posti di lavoro), trombe delle scale, sottopassaggi
● progettare il sistema degli spazi in modo tale che i corridoi di mobilità pedonale e i punti di destinazione siano chiaramente individuabili, e dotati di abbondanti linee visuali.

4.2 – Miscele funzionali e generatori di attività

In termini di sicurezza reale e percepita, è importante una equilibrata miscela di usi dello spazio. Uno dei modi principali per realizzare questa sicurezza, reale e percepita, è un insieme funzionale che aumenti e mantenga usi legittimi degli spazi.
I generatori di attività sono le strutture che attirano le persone, creano attività “normali”, incrementano la vigilanza spontanea in uno spazio. Ciò reduce le occasioni di comportamenti criminali e aumenta la percezione di sicurezza (Figura
f).
Nella progettazione, per promuovere adeguate miscele funzionali, si devono tener presenti i seguenti principi:

● evitare una rigida separazione tra funzioni compatibili, che potrebbe causare isolamento di alcuni edifici o spazi
● collocare generatori di attività o spazi di sosta con sedili sui “margini attivi” o estremità di uno spazio, a creare vigilanza spontanea verso l’interno
● incoraggiare il passaggio pedonale di attraversamento o l’attività nelle varie zone, a livello terreno, per promuovere la vigilanza spontanea.

4.3 – Evidenziazione di usi e proprietà

Il progetto deve porre in evidenza limiti di proprietà e scopi per cui è inteso uno spazio. Quando la funzione è chiara, appare più evidente e dunque meno probabile l’uso illegittimo.
Nella progettazione, a evidenziare usi e proprietà di uno spazio, si deve tener conto dei seguenti principi (illustrati nelle figure
g e h):

● utilizzare segnalazioni e soglie per definire le funzioni individuate e le proprietà
● utilizzare barriere materiali (ad esempio recinzioni) o simboliche (ad esempio vegetazione) per definire funzioni e proprietà
● utilizzare soglie virtuali come cambiamenti nel materiale di pavimentazione, cambi di livello, gradazioni di luce.

4.4 – Principi di progettazione esterna degli edifici

La progettazione e finitura esterna di un edificio può direttamente favorire o ridurre i reati, riducendo le occasioni di tranelli, nascondigli, vandalismo.
Nella progettazione tesa a migliorare l’aspetto esteriore degli edifici si deve tener conto dei seguenti principi (illustrati nella figure da
i a k):

● assicurare che gli ingressi degli edifici siano rivolti verso spazi aperti o “attivi”
● ridurre al minimo le pareti cieche affacciate su verde o altri spazi
● progettare ingressi e altri ambiti in modo tale da limitare le occasioni di nascondiglio
● delimitare chiaramente la zona attorno all’ingresso, rispetto al marciapiede pubblico
● ridurre al minimo elementi o strutture (aree a deposito, balconi sporgenti o tettoie) che possano essere utilizzati come “scale naturali” per accedere ai piani superiori dell’edificio, o porte, o finestre
● aumentare al massimo la varietà di progettazione degli edifici e del verde, per creare ambienti urbani interessanti
● offrire linee visive ininterrotte dall’interno dell’edificio al punto di entrata, in modo tale che chi sta dentro possa guardare all’esterno prima di uscire
● offrire agli utenti dell’edificio la possibilità di guardare all’interno l’ingresso/
reception prima di accedere
● assicurare che la progettazione del verde non offra nascondigli o possibilità di tranelli.

4.5 – Illuminazione

L’illuminazione può aumentare il livello di sicurezza percepita ed essere di deterrenza al crimine.
Nella progettazione di una illuminazione adeguata devono essere tenuti in conto i seguenti principi (illustrati nelle figure da
l a o):


● aumentare al massimo le occasioni di illuminazione naturale degli spazi
● utilizzare luci multiple anziché una singola fonte, per offrire livelli consistenti di illuminaizone e ridurre il contrasto luce/ombra
● assicurare che tutti gli spazi di passaggio, percorsi di accesso e deflusso e segnaletica, siano ben illuminati
● evitare l’illuminazione di zone per cui non si prevede alcun uso notturno
● assicurare che la luce illumini i percorsi pedonali e gli spazi di potenziali tranelli, anziché vetrate e strade
● sistemare le fonti di luce in posizioni tali da non subire l’interferenza della vegetazione di maggior dimensioni
● individuare e illuminare “percorsi sicuri”
● evitare di collocare a livello dell’occhio fonti di luce “non schermate”
● installare fonti di luce collocate in alto, resistenti alle azioni vandaliche e che rivolgano la luce verso il basso.

4.6 – Orientamento

Orientamento significa uso di simboli, segnaletica e soglie per agevolare gli spostamenti in un’area. Questi elementi sono di guida a un uso adeguato dello spazio, e rendono evidenti ad altri quelli inappropriati.
L’uso pubblico di una zona può essere orientato facilmente attraverso scritte e simboli. Le barriere (recinzioni o linee di verde) possono degnare chiaramente i confini. Anche misure passive, come un cambio di disegno o colore delle superfici, possono segnalare un cambio di proprietà o condizioni d’uso.
Nello sviluppo di progetti relativi alla segnaletica e all’orientamento si devono tenere in conto i seguenti principi (illustrati nelle figure
p e q):

● la segnaletica deve indicare la posizione di punti o spazi di servizio, come telefoni, gabinetti, parcheggio taxi, fermate dell’autobus
● i segnali devono essere visibili, concisi e di facile manutenzione (ad esempio identificabili da venti metri come regola generale).

4.7 – Percorsi prevedibili e punti senza uscita

I percorsi prevedibili sono un problema di sicurezza, dato che consentono a potenziali aggressori di individuare facilmente il percorso imboccato dagli utenti. Comprendono i percorsi pedonali, le scale, sottopassaggi e corridoi. Il problema è particolarmente grave quando un percorso termina nei pressi di un punto di possibile tranello.
Questi punti tranello sono spazi delimitati abbastanza vicini a quelli ad accesso pubblico. In genere sono schermati su tre lati da barriere quali muri o vegetazione e permettono di nascondersi facilmente. Nella progettazione, per ridurre al minimo gli spazi di possibili aggressioni e i percorsi prevedibili, si deve tener conto dei seguenti principi (illustrati nelle figure
r e s):

● eliminare ovunque possibile percorsi prevedibili e spazi per potenziali tranelli, attraverso il progetto
● offrire adeguate linee visuali e illuminazione quando non esistano alternative ad un percorso obbligato
● inserire un’adeguata distanza da qualunque spazio potenziale di tranello o nascondiglio, per consentire all’utente un tempo di reazione adeguato
● assicurarsi che i percorsi prevedibili abbiano una buona vigilanza spontanea e offrire vie d’accesso alternative
● contrassegnare i percorsi alternativi con una segnaletica efficace, ovvero percorsi ben illuminati e utilizzati di frequente.

5 Ulteriori informazioni

Esistono numerosi documenti che offrono indicazioni sul modo di introdurre i principi CPTED, che possono essere consultati per ulteriori particolari:

Public Toilet Design Guidelines, BCC (2000)
Brisbane City Council Centres Detail Design Manual (2000)
City of Melbourne Car Park design Manual (1999)
● Timothy D Crowe,
Crime Prevention Through Environmental Design (1991)
www.cpted.com.au – Sito web CPTED con numerosi links
www.cpted.net – Sito web della International CPTED Association
www.ncpc.org/2add4dc.htm – le basi del CPTED

Titolo originale: Crime Prevention Through Environmental Design (CPTED), Planning Scheme Policy – Scelto e tradotto da Fabrizio Bottini
(alcune delle immagini sono state omesse per motivi di spazio e impaginazione) 

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