Quando l’estate fa impazzire i termometri le città iniziano ad assomigliare a un forno, con edifici e strade che accumulano il calore del sole sommandolo a quello rilasciato da veicoli e condizionatori. Le temperature di un quartiere urbano poco dotato di alberi possono risultare superiori fino a 5,5 gradi rispetto a quelle medie. Ciò significa far lavorare di più i condizionatori, sovraccaricare la rete elettrica, mettere a rischio di interruzioni di fornitura. Ma esistono alcune sperimentate scelte che le amministrazioni possono promuovere per contribuire a rinfrescare l’aria: piantare alberi che aumentano l’umidità e forniscono ombra, oppure favorire i tetti verdi in grado di riflettere l’energia solare invece di assorbirla. Quanto funzionano nelle varie situazioni soluzioni così? Studiamo da ecologisti urbani i rischi delle ondate di caldo per le città, e abbiamo considerato comparativamente gli effetti dell’aumento delle alberature e dei tetti riflettenti in varie situazioni. Le nostre conclusioni potrebbero contribuire a far sì che cittadini e pubbliche amministrazioni affrontino il problema più consapevolmente.
Gli straordinari effetti delle alberature
Gli alberi nelle zone urbane sono una difesa naturale contro le temperature elevate. Proiettano ombra e fanno evaporare la propria umidità attraverso le foglie, in un processo che somiglia alla sudorazione umana. Ciò rinfresca l’ambiente circostante e riduce le temperature nei momenti più caldi della giornata. Piantare più alberi lungo le vie, nei parchi, giardini, cortili residenziali, può fare la significativa differenza qualitativa tra diversi quartieri, evidenziando divari di quasi due gradi tra isolati con una buona copertura e altri. Ma piantare alberi non è sempre facile. Nelle città più calde è indispensabile l’irrigazione perché possano sopravvivere, cosa che può sovraccaricare la disponibilità di acqua spesso scarsa. Ci vogliono decenni perché un albero cresca a sufficienza per proiettare ombra e garantire evaporazione sufficienti a ridurre le temperature dell’aria. I costi di manutenzione annuali – per esempio a Boston calcoliamo 900 dollari per ogni pianta – possono superare l’investimento iniziale. Ancora peggio se consideriamo come i quartieri più caldi siano anche i più densi di edifici e strade dove manca spazio per collocare alberi.
Il contributo dei tetti rinfrescanti nei giorni caldi
Altra opzione è quella dei «tetti freschi». Verniciati di colori più chiari riflettenti o usando materiali adeguati è possibile rimandare in atmosfera il caldo anziché assorbirlo nell’edificio. Questo tipo di coperture riescono a ridurre le temperature di un fabbricato ad appartamenti senza aria condizionata da 1 fino a 3,5 gradi, e a ridurre la domanda massima di condizionamento là dove disponibile fino al 27%, come rilevano gli studi. Hanno effetti anche sulle temperature esterne dei quartieri nelle zone più dense. Il costi di manutenzione sono molto più bassi di quanto non succeda con l’aggiunta di alberi in zone urbane, ma anche in questo caso il tipo di intervento ha dei limiti. Il tetto fresco si adatta alle coperture piatte meglio che a quelle a spioventi con le tegole, visto che il materiale usato e l’esposizione al sole sono molto più penalizzanti. C’è poi la quantità relativamente limitata dei tetti su cui si può praticamente intervenire, e nelle città dove già ne esistono di tetti freschi aggiungerne altri non cambierà moltissimo per i quartieri. Quindi è considerando vantaggi e svantaggi relativi di entrambe le opzioni che le città possono cominciare a programmarsi per contrastare le temperature in crescita.
La scelta della combinazione più adeguata
Molte città del mondo ganno adottato politiche di adeguamento al caldo estremo, sia con gli alberi che coi tetti freschi, imponendo norme e incentivandole in vari modi. A Detroit, ci sono varie associazioni che hanno messo a dimora 166.000 alberi dal 1989. A Los Angeles, i regolamenti edilizi prevedono che tutte le nuove coperture di fabbricati residenziali debbano seguire alcuni criteri di riflettività. In una recente ricerca abbiamo verificato le potenzialità di riduzione delle temperature nei quartieri più vulnerabili di Boston. Dimostrando come con una strategia di spesa equilibrata e consapevole si possano conseguire notevoli vantaggi. Per esempio, scopriamo che piantare alberi rinfresca l’aria del 35% in più rispetto ai tetti riflettenti, là dove piantare alberi risulta possibile. Però proprio le zone migliori per collocare gli alberi sono anche nei quartieri di Boston che ne hanno meno bisogno. Altrove paiono molto meglio i tetti riflettenti. Investendo meno dell’1% del bilancio operativo cittadino annuale, 34 milioni di dollari, in 2.500 nuovi alberi e 3.000 coperture riflettenti nelle zone più a rischio, Boston potrebbe ridurre l’esposizione al caldo estremo di quasi 80.000 abitanti. Abbassando le temperature medie estive pomeridiane di oltre mezzo grado centigrado nei quartieri interessati.
Una riduzione che potrebbe apparire modesta, ma che invece riduce drasticamente le patologie anche mortali connesse al caldo, incrementa la produttività, diminuisce i consumi energetici del condizionamento negli edifici. Non in tutte le città valgono le medesime proporzioni tra le due scelte di intervento. Il panorama urbano di Boston comprende molti fabbricati con la copertura piatta e nera in grado di riflettere appena il 12% della luce solare, qualificando come particolarmente efficaci i tetti riflettenti che portano la percentuale a oltre il 65%. Boston ha anche una stagione di crescita assai umida che favorisce gli alberi, e quindi entrambe le soluzioni risultano valide. In altri luoghi con meno coperture piatte adatte alla riconversione, potrebbe essere favorita la scelta degli alberi. Mentre per contro, in città dove manca lo spazio per piantare nuovi alberi, o dove le temperature estreme insieme alla scarsità d’acqua possono compromettere la sopravvivenza delle piante, meglio scegliere tetti rinfrescanti. Phoenix, per esempio, ha già molti tetti rinfrescanti di colore chiaro, e quindi potrebbe favorire un incremento degli alberi, garantendo una adeguata irrigazione.
Applicare le soluzioni dove serve di più
L’ombra sui marciapiedi può risultare doppiamente utile: offre un rifugio al caldo per i passanti ma rinfresca anche gli edifici. A New York City, per esempio, le alberature stradali costituiscono il 25% del totale cittadino. Una amministrazione può trovare più complicata una politica di tetti rinfrescanti a causa dei rapporti con la proprietà. Ciò solleva il tema degli incentivi. A Louisville, Kentucky, si offrono rimborsi fino a 2.000 dollari per proprietari che installano coperture in materiali riflettenti, fino a 5.000 se si tratta di un fabbricato a funzione commerciale. Sono interventi del genere a diffondere i vantaggi su ampie zone densamente popolate che necessitano di diminuire le temperature. Col cambiamento climatico le ondate di calore si fanno più intense e frequenti, ma le pubbliche amministrazioni hanno strumenti importanti per contrastarne gli effetti. Valutando ciò che è stato sperimentato e risulta applicabile, è possibile calcolarne fattibilità dentro il bilancio e a vantaggio di tutti.
da: The Conversation, 23 luglio 2025; Titolo originale: Urban trees vs. cool roofs: What’s the best way for cities to beat the heat? Traduzione di Fabrizio Bottini


