Victor Gruen e l’invenzione del centro commerciale (2004)

Victor Gruen era piccolo, risoluto, irrefrenabile, una testa di capelli arruffati, sopracciglia come cespugli bisognosi di potatura. Secondo un profilo stilato da Fortune (la gente adorava stilare profili di Victor Gruen) era “un conversatore torrenziale con occhi brillanti come mica e una mente veloce come mercurio”. In studio, era famoso per tener occupate a tempo…

Trasformazioni commerciali e territorio

La non-notizia gira ormai da una ventina d’anni almeno, puntualmente ripresa in qualche parte del mondo dal giornalista ultimo arrivato che per motivi del tutto locali «fa lo scoop» rivangando la medesima solfa: il centro commerciale è morto, i clienti disertano le sue navate di vetrine, e si moltiplicano gli scatoloni abbandonati al loro destino…

Assalto degli ultracorpi commerciali alle città

Un laboratorio per definizione è un contesto artificiale nel quale è possibile portare avanti esperimenti decontestualizzati, per obiettivi di conoscenza di processi e prodotti, perfezionando poi un modello sistematico. Vale anche la definizione di laboratorio virtuale, ovvero quando ad essere artificiale è la prospettiva di osservazione, che esclude alcuni fattori per evidenziarne altri, come se…

La scoperta del centro commerciale caldo

Pare proprio non ci sia niente da fare: per cacciare qualcosa nella testa della gente è indispensabile far sbattere la testa contro il muro a quasi tutti. Forse l’unica speranza è che queste botte contro il muro diventino abbastanza veloci e ripetute. Come dicevano i latini, repetita iuvant. Forse. È ormai dagli anni ’30 del…

Progettazione urbanistica esecutiva di un centro commerciale (1963)

La scelta del sito più adeguato è un elemento molto importante per la realizzazione di un centro commerciale. I criteri comprendono le destinazioni urbanistiche, la conformazione degli spazi, la visibilità, una analisi del traffico, i problemi del parcheggio e dei servizi. In realtà questi criteri non sono separati ma si inseriscono in un processo unitario,…

Il centro commerciale cinquantenne si fa il lifting

Non esiste un monopolio della faziosità, ma la lotta è all’ultimo sangue. Come nelle polemiche sulle «periferie», i cui guai sono stati ascritti dai vari soloni al solito comunismo, alla poca sensibilità dei progettisti (magari pure comunisti) ipnotizzati dal feticcio della modernità, a un’urbanistica rigida e burocratica sostanziata negli standards, o nello zoning monofunzionale.  A girare la boa…

Il metodo del centro commerciale nella riqualificazione urbana (1954)

Fino agli anni del dopoguerra, il disperdersi della popolazione verso le aree suburbane sembrava interessare principalmente i sociologi, gli ambientalisti, gli urbanisti. Poi il boom edilizio, i redditi più alti, l’uso crescente delle automobili, hanno accelerato la realizzazione di servizi commerciali nel suburbio, concentrando l’attenzione di un numero crescente di operatori. Ne sono nate forti polemiche,…

La trappola filosofica di Expo Theme Park

«Se non riuscite a dormire di notte per quello strano rumore che sale dalla strada, sappiate che è solo il fruscio del vostri soldi aspirati lontano». Così qualche anno fa il presidente di una associazione commercianti americana riassumeva a modo suo uno dei tanti impatti negativi dell’insediamento di un gigante big-box nel suo territorio. L’efficace…

La triste storia dei centri commerciali (1978)

Fu nel 1943, solo 35 brevi anni fa, che Architectural Forum chiese a circa una dozzina di noti architetti di immaginare il futuro, e anticipare nuovi tipi di edifici che potessero affermarsi una volta finita la seconda guerra mondiale. Il mio contributo fu un articolo illustrato da schizzi, dal titolo “Shopping Centres” che mostrava quello che ora…

Una Rosa Parks per il ciclismo urbano

Qualunque cosa possa promuovere la mobilità non motorizzata è buona e va sostenuta con tutte le forze, smettiamola di spaccare il capello in quattro. Ecco qui, riassunta in una riga abbondante, l’obiezione spontanea che puntuale arriverà alle note che seguono. Obiezione spontanea ma fuorviante, perché del tutto ignara degli aspetti segregazionisti (o autosegregazionisti se vogliamo)…