Formazione sociale per l’agricoltura urbana (1980)

St. Louis – Pruitt-Igoe

La situazione di degrado delle città americane deriva dal convergere di alcune forze. Il progresso tecnico aveva attirato gli abitanti delle campagne verso le città e per converso poi spinto il ceto medio all’esterno di esse verso le zone suburbane in quantità crescente, modificando in modo drastico la composizione della popolazione urbana degli Stati Uniti Dal 1950 al 1973 la percentuale di bianchi residenti nelle aree centrali delle città è scesa dal 35% al 26%, mentre quella dei neri nelle medesime zone saliva dal 44% al 60% (Gorham & Glazer, p. 162). Nel medesimo periodo, le città si sono trovate di fronte alla doppia nemesi di una inflazione crescente e di una economia cronicamente stagnante: una condizione che gli economisti chiamano di stagflazione. Mutamenti nella composizione demografica e stagflazione stanno alla base della condizione urbana attuale. Nel periodo 1970-74, il reddito medio familiare di chi immigrava verso le zone urbane era di 12.864 dollari, contro i 14.169 dollari di chi da esse emigrava (Barabba, p. 55). Questi dati illustrano un percorso della povertà verso la città. Con la graduale sostituzione dei meno fortunati ai più agiati, l’ambito urbano ha iniziato a comprendere un eterogeneo gruppo di abitanti a basso reddito. Basso reddito determinato in gran parte dalla bassa istruzione scolastica e formazione lavorativa. Problema ulteriormente peggiorato dagli scarsi incentivi che hanno le imprese coi salari più elevati a localizzarsi nelle aree urbane: una situazione che ha contribuito alla diminuzione delle occasioni di impiego.

Di conseguenza le città e i loro abitanti si ritrovano intrappolati dentro un ciclo di impoverimento che una volta innescato è difficile da invertire. I bassi redditi impediscono di acquistare e mantenere alloggi decorosi. Le famiglie povere si concentrano in una segregazione socioeconomica. Condizioni di vita degradate contribuiscono a comportamenti criminali quando gli abitanti cercano di sopravvivere con metodi spesso illegali. La diminuzione dei valori immobiliari fa decrescere il gettito fiscale e le possibilità dell’amministrazione di erogare i propri servizi essenziali. Ma per quanto profondo questo degrado delle città americane non è irreversibile. E la speranza sta nella capacità di recuperare anche le popolazioni svantaggiate alla corrente delle relazioni sociali ed economiche. Una assimilazione che dipende dalla salute dell’economia e dalla preparazione degli stessi svantaggiati, sia in senso psicologico che tecnico, ad assumere funzioni produttive. Lo sviluppo del potenziale umano urbano rappresenta la principale sfida per la formazione dei nostri giorni. Una sfida particolare per le generazioni più giovani: il tasso di disoccupazione giovanile nazionale è del 13,6% per i bianchi e del 31,5% per i neri. Dato che un povero su due residente nei quartieri urbani centrali è nero, si comprende quanto sia essenziale la questione. Come ci spiega Gene Bottoms, Direttore Esecutivo della American Vocational Association:

«Cresce giorno per giorno la necessità di investire a livello nazionale in programmi di formazione. Per prima cosa, il paese deve comprendere come i giovani con più difficoltà nel passaggio dalla scuola al lavoro sono una fascia in crescita sul totale. Il numero complessivo di giovani in età scolare è sceso dell’11% dal 1970 e si calcola un altro decremento dell’11% nel prossimo decennio. Ma resta costante la quantità di adolescenti neri, molti dei quali avranno bisogno di servizi e sostegno particolari nel loro muoversi dalla scuola al lavoro» (VocEd, marzo 1979, p. 8).

L’AGRICOLTURA E LA SFIDA URBANA

La formazione in agricoltura sta tradizionalmente alla base del movimento per la formazione. Gli insegnanti di settore rappresentano nelle zone rurali l’impulso a una migliore qualità della vita attraverso una maggiore produttività, al tempo stesso tutelando il patrimonio rurale di cui si riconosce il ruolo nell’economia generale, compresa la distribuzione e quel ruolo allargato del settore che chiamiamo agribusiness. Come ci ricorda una recente ricerca:

«Ad ogni livello la formazione in agricoltura e agribusiness riguarda il ruolo degli Stati Uniti nel mondo. Tale formazione non deve limitarsi allo sviluppo di specifiche capacità e conoscenze tecniche. Ovvero i programmi devono svolgere tre principali funzioni. La prima è preparare al lavoro in agricoltura e settori connessi. La seconda riguarda l’istruzione ad ogni livello in altri campi riguardante le materie che possono interessare. La terza, nella prospettiva del ruolo centrale assunto dall’alimentazione, è approfondire il ruolo della correlazione tra agricoltura, cibo, e produzione di alimenti».(Iowa State University, Department of Agricultural Education, p. 71).

Vista questa prospettiva di agricola globale, comprendere l’ambito urbano pare del tutto logico e necessario. Parecchie città hanno forti interessi negli aspetti industriali dello agribusiness che genera occasioni di lavoro, e che richiedono capacità e competenze tecniche. Nei processi di trasformazione urbana emerge l’importanza dell’ecologia, dei parchi, e di altri strumenti per combattere il degrado. La maggiore disponibilità di tempo libero, l’abitudine ad abitare in edifici condominiali ad appartamenti, fanno sì che aumenti la necessità di lavoro qualificato in agricoltura per soddisfare i nuovi bisogni. Riconoscendo questo nuovo ruolo allargato dell’agricoltura nell’economia nazionale, è stato istituito il National Committee on Employment Opportunities and Training Needs in Agribusiness, con la responsabilità di contribuire a determinare dimensioni e ruoli dell’occupazione nel settore.

In sei anni di impegno fondativo, la Commissione ha pubblicato undici volumi a documentare l’occupazione in agricoltura e agribusiness (Employmem in Agricultural and Agribusiness Occupations, US. Department or Agriculture, Economies Research Service publication ERS 570 580, Washington, D.C. 1974 ). Sono state individuate almeno 139 professioni in cui sono utilizzabili le competenze acquisite nella formazione agricola. Tra queste […] diverse trovano sbocco in un contesto urbano, per fare alcuni esempi:

  • Tecnico assistente di laboratorio agricolo
  • Tecnico di allevamento
  • Specialista in allevamento uccelli
  • Testatore di latticini
  • Fiorista
  • Fiorista giardiniere
  • Esperto di frutti
  • Esperto di sementi
  • Installatore di impianti per la mungitura
  • Meccanico di manutenzione impianti
  • Esperto di diffusione delle piante
  • Specialista in macelleria
  • Tecnico di servizi sul campo
  • Stalliere
  • Addestratore di cavalli
  • Responsabile acquisti
  • Assistente tecnico di veterinaria
  • Ispettore prodotti agricoli
  • Toelettatore di animali
  • Esperto di cacciagione
  • Esperto di mercati alimentari
  • Gestore di canile
  • Amministratore area giardinaggio
  • Guardiano di zoo
  • Addetto alla vendita di prodotti agricoli
  • Responsabile di tenuta
  • Fabbro
  • Tecnico forestale
  • Macellaio
  • Addetto alle serre
  • Addetto ai giardini
  • Progettista di verde
  • Esperto di manutenzione dei terreni
  • Esperto nel contenimento delle erbe parassite

Il Dipartimento del Lavoro in una recente pubblicazione riferisce di parecchie migliaia di richieste per questo tipo di posizioni di lavoro (Occupations in Demand, U.S. Department of Labor, aprile 1979). Il genere di competenze richieste per assumere queste responsabilità conferma l’idea che, contrariamente a quanto crede qualcuno, esista una domanda di formazione in campo agricolo ben oltre l’ambito rurale delle coltivazioni, incluso l’ambiente urbano.

PROBLEMI DI METODO

Considerando la necessità di formazione in agricoltura e agribusiness, specifico scopo del presente manuale è quello di coprire il campo urbano che attualmente ne è privo. Contribuisce a questa assenza la poca consapevolezza dell’utilità di affiancare alle normali attività didattiche anche queste materie. Ma la mancanza di consapevolezza è solo uno dei problemi. Vista la scarsa tradizione di agricoltura urbana anche quel mercato del lavoro pone particolari difficoltà. Occorre ragionare sulla pubblicizzazione e promozione dei corsi e delle attività, o riempire le specifiche lacune dell’assenza tradizionale di occupazione femminile. Altra questione ancora è formare i docenti sinora a orientamento rurale a rivolgersi ad una popolazione urbana. Gran parte dei programmi si sono svolti storicamente nelle campagne, con strutture orientamenti e reti diverse da quelle di una città, la cui popolazione peraltro non sa nulla dell’esistenza di programmi di formazione in agricoltura.

Con queste premesse, quello che ai tempi si chiamava Bureau of Occupational and Adult Education dello U.S. Office of Education (dal maggio1980 Office of Vocational and Adult Education del Department of Education) decise che per alleviare i problemi economici delle aree urbane e la disoccupazione sarebbero stati utili interventi nel campo della formazione in agricoltura, con programmi da rendere disponibili a studenti che poi avrebbero così migliorato la propria condizione occupazionale, oltre a contribuire in generale al benessere delle proprie zone. Di conseguenza il lavoro si è orientato verso lo sviluppo di un programma articolato in sei punti. In primo luogo un esame estensivo della letteratura scientifica disponibile sul tema, a costruire le basi per chi avrebbe dovuto iniziare ad elaborare il vero e proprio progetto. In secondo luogo la costituzione di un gruppo di lavoro tecnico di riferimento composto da venticinque persone, a stabilire i criteri generali della formazione professionale in agricoltura per le aree urbane, classificando come tali tutte le circoscrizioni con popolazione superiore a 50.000 abitanti.

Terzo, una inchiesta sulle risorse disponibili a livello nazionale per il lancio di programmi formativi. Quarto, utilizzando i criteri accennati sopra, individuare le zone per eventuali progetti pilota. Quinto, sviluppare sul campo quei progetti. Sesto e ultimo, redigere delle linee guida su queste basi conoscitive, da cui nasce la presente pubblicazione, e verificarne la correttezza attraverso una discussione pubblica. Da questa descrizione di approccio, si poteva anche presumere che non esistessero affatto nelle aree urbane programmi formativi di alto profilo in agricoltura e agribusiness, specificamente concepiti per quelle difficili e particolari situazioni. Ed era proprio così, anche se molte iniziative in corso in effetti corrispondevano a singoli criteri. Dunque le linee guida proposte nel presente manuale ricompongono sia quanto ritenuto più efficace dalla letteratura scientifica, sia le opinioni degli esperti consultati, sia quanto rilevato di valido da alcuni programmi di settore esistenti.

Titolo originale: Handbook for Implementing Improved Vocational Agriculture/Agribusiness Programs in Urban Areas – Estratti (i brani tradotti sono dall’Introduzione generale) e traduzione a cura di Fabrizio Bottini
Copertina: fermo immagine da Godfrey Reggio, Koyaanisqatsi, 1982

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