Il sobborgo giardino di Milanino (1911)

Origine e scopi del Milanino.

Quando, per il meraviglioso, rapidissimo incremento della nostra città, divenuta meta di un’enorme corrente immigratoria, sorse anche da noi in tutta la sua gravità quel problema delle abitazioni che da tempo andava affaticando le altre nazioni, e le inchieste misero in evidenza le condizioni assolutamente pessime degli alloggi in Milano per le classi povere e medie, lAmministrazione comunale corse prontamente ai rimedi e adottò provvedimenti diretti, pur proclamando che in questa materia al Comune non dovesse spettare che un compito d’integrazione e di aiuto dell’opera della iniziativa privata, l’unica dalla quale potessero attendersi soluzioni efficaci. Ed è per noi vero orgoglio il rammentare l’azione mirabile della nostra Rappresentanza in questa massima delle questioni sociali, e le magistrali relazioni colle quali seppe spronare, consigliare e suscitare mille energie che sarebbero forse rimaste inoperose; nobilissimo esempio alle altre Città d’Italia.

L’Unione Cooperativa, questo Istituto che rappresenta il risultato evidente delle virtù di previdenza, di solidarietà e di rettitudine che tutt’ora sono non raro attributo anche ‘ delle più umili categorie delle nostre classi medie, e che in venticinque anni di una vita sempre ispirata ai più severi principî della onestà e della correttezza commerciale, seppe acquistare una magnifica posizione morale ed economica, fu tra i primi a comprendere il dovere di contribuire alla soluzione del problema delle abitazioni, dedicandovi parte di quel capitale che le era stato confidato e rivolgendo verso tale problema le forze potenti della cooperazione. Lunghi e minuziosi furono gli studi che l’Unione Cooperativa ritenne di dover far precedere all’assunzione della iniziativa: seguì diligentemente le ricerche e i risultati altrove ottenuti, mandò rappresentanti ai Congressi internazionali, e infine si attenne alla più geniale fra le soluzioni ovunque consigliate, quella della creazione di un sobborgo-giardino di Milano, di un’impresa cioè che permettesse anche ai non agiati di procurarsi una abitazione veramente rispondente ai precetti della dottrina igienica, ove l’aria, la luce, lo spazio non fossero, come nella città, una illusione.

A preferire questa iniziativa alle altre, l’Unione Cooperativa fu indotta da parecchie considerazioni. Innanzi tutto sta il fatto che da tutti quanti gli studiosi del problema delle abitazioni (e sono legione in tutto il mondo civile) si proclama che per la costruzione di case igieniche ed economiche devesi assolutamente preferire il tipo piccolo, vale a dire casette di un solo o al più di due piani, perfettamente isolate su tutti i lati, o anche in serie, ma sempre sorgenti in mezzo a spazi liberi, coltivati a giardino. Questo, si dice, è l’ideale dell’abitazione umana, poichè nella casetta la famiglia si trova tutta riunita e raccolta, lungi da pericolosi o fastidiosi contatti, in un ambiente sano e sereno. In secondo luogo, a Milano, i provvedimenti diretti del Comune e lo sforzo della privata iniziativa, lasciavano sperare che ai bisogni della classe operaia propriamente detta si sarebbe convenientemente provveduto.

Infine, l’Unione Cooperativa doveva considerare che la massima parte dei suoi soci era composta di impiegati, professionisti, piccoli commercianti e industriali, rappresentanti tutti di quel medio ceto, così ricco di civili virtù, di quella borghesia lavoratrice che costituisce la maggior forza della nostra Città, nella quale la famiglia conserva le sue pure tradizioni di solidità e semplicità severa. Per questa classe che certamente non merita minori cure della classe operaia perché di essa non meno economicamente disagiata, non era il caso di pensare a quelle enormi caserme che si chiamano da noi case popolari, mentre era certo che essa avrebbe saputo apprezzare un’impresa che le avesse reso possibile di godere di una casetta per la famiglia, in mezzo a quelle dolcezze. della natura tanto desiderate. Queste furono le ragioni che persuasero l’Unione Cooperativa, questi gli intenti che la spinsero ad assumere arditamente una impresa che apparve fin da principio ben gravosa anche per le sue forti spalle.

Nessun anche lontano spirito di speculazione potè animarla, poiché fin dall’origine apparve evidente che l’impresa non avrebbe forse mai potuto essere attiva, ma solo l’ambizione vivissima di poter collaborare in un’opera di supremo vantaggio per questa città che l’aveva vista nascere, l’aveva fatta prospera e feconda, ed ora la sostiene con affettuosa simpatia.

Conseguenza immediata della scelta del tipo piccolo di costruzione, fu la necessità di trovare aree di basso costo, condizione indispensabile perché la casetta sia economicamente possibile; e poiché il territorio di Milano non offriva terreni anche lontanamente avvicinabili per il prezzo, così dovette cercare al di fuori, facendo infine cadere la preferenza su un appezzamento d’area di un milione e trecentomila metri quadrati in territorio di Cusano sul Seveso, a circa 6 chilometri dal confine territoriale milanese.

Tale circostanza non parve al Consiglio della Unione Cooperativa tale da pregiudicare l’impresa, poiché a persuaderlo del contrario gli si presentava l’esempio delle altre nazioni. In Inghilterra, in Germania, in Francia, ovunque, i sobborghi-giardino vennero stabiliti a distanze dal centro urbano anche maggiori del nostro, ed ovunque se ne ammira il rapidissimo prosperare e se ne rilevano gli enormi benefici igienici e morali, mentre le Città e gli Stati fanno a gara nel concedere aiuti di ogni sorta, specialmente nel senso di provvedere comunicazioni facili ed economiche. Il terreno acquistato deve servire al sorgere di un vero e proprio sobborgo-giardino di Milano, seguendo le migliori norme che la già lunga esperienza dell’estero ha insegnato. Questo scopo l’Unione Cooperativa intende fermamente di ottenere, e rivolge ogni suo sforzo a far sì che fin d’ora ne sia con rigorose discipline garantito il raggiungimento, come dalle norme edilizie più oltre riportate. Il terreno venne sottoposto ad un piano regolatore redatto da specialisti del genere, con strade larghe ed alberate, giardini spaziosi e campi aperti.

Le strade devono essere sistemate con marciapiedi e massicciata, con tubazioni di fognatura e d’acqua potabile, mentre non mancheranno al nuovo sobborgo il gas, la luce elettrica e tutti quei servizi che si sono oramai resi indispensabili ai cittadini. Già i progetti di fognatura e di sistemazione stradale furono condotti a termine, sempre dai migliori tecnici specialisti, e le opere sono da tempo iniziate; una prima zona del territorio venne quasi completamente assegnata a scopo di fabbrica, e le case stanno sorgendo in buon numero. Così, se, come si spera, l’impresa avrà quell’esito che si merita, non dovrà passare molto tempo che Milano potrà vantare alle sue porte uno dei più bei villaggi-giardino fra quanti esistono. E si noti, circostanza certo interessante, che l’iniziativa del Milanino viene a recare non piccolo beneficio al comune di Cusano, il quale da semplice comune rurale si vedrà ben presto trasformato in una cittadina fornita di tutte le migliori comodità, di cui i suoi tremila abitanti potranno godere senza alcun sacrificio.

Ma, perché l’impresa possa veramente riuscire, è assolutamente necessario che si provveda ad una comunicazione con Milano migliore di quelle esistenti. È intuitivo che una soluzione così opportuna del problema delle abitazioni onde attingere requisito indispensabile di praticità, richiede frequenza e rapidità di comunicazione fra i villaggi-giardino e il più vicino centro di lavoro e di affari; e di più, occorre che tali comunicazioni non rappresentino una spesa così forte da rendere illusoria la economia offerta dal minor costo della abitazione eccentrica. Comunicazioni rapide, frequenti ed a buon mercato costituiscono quindi una delle condizioni essenziali perché possa venire seriamente incoraggiata e attuata una iniziativa di questo genere. Gli è perciò che l’Unione Cooperativa sta trattando col Comune di Milano per l’impianto di una ferrovia elevata che percorrerebbe in quindici minuti la distanza dal Milanino al centro di Milano.

Noi crediamo fermamente che l’impresa sia tale da meritare davvero l’appoggio dell’Amministrazione illuminata di una grande e progrediente città come Milano; essa mira a soddisfare nel modo più nobile e geniale bisogni profondamente sentiti; non può minimamente confondersi con qualsiasi Impresa speculativa, perché non rappresenta che lo sforzo collettivo di una parte della cittadinanza per procurare a sé e col soli propri mezzi un coefficiente sommo di benessere. Non è dar prova di eccessiva fede il prevedere che non passerà gran tempo prima che la città di Milano avrà estesa la sua conquista fino a sei chilometri dal suo attuale confine. E allora sarà certo meritato onore della generazione presente l’aver ideato e l’aver contribuito al costituirsi di un’oasi verdeggiante che formerà in avvenire uno dei punti più belli della città, in luogo degli attuali antiestetici quartieri in cui le case enormi e la mancanza di verde opprimono lo spirito e affievoliscono le forze,

Dove sorge il Milanino

Condizione generale e topografica. — Il Milanino si estende con unicità di ubicazione sulla zona più alta della linea displuviale compresa fra il Lambro, il Seveso e i torrentelli minori fino al ramo principale del Canale Villoresi. Si adagia fra i terreni di Cusano, Bresso, Cinisello e Paderno Dugnano e prospetta per tutta la sua maggiore lunghezza la bella ed ampia strada provinciale detta della Valassina, che, partendo da Milano, passa per la migliore zona dei dintorni e attraversa la Brianza, facendo capo ad Erba, Asso, Bellagio. Il terreno quasi per intero si trova nel Comune di Cusano, nella parte più alta di esso, ove ferace è il suolo, ricca la vegetazione, ottima l’aria, e non dista dal confine territoriale di Milano, che sei chilometri circa.

Posizione corografica. — Dai colli Briantei compresi fra Montevecchia e Como si stende a sud tutta una plaga di ridenti colline che gradatamente delineandosi in facili declivi, finiscono a perdersi in leggere ondulazioni fino alle mura di Milano. Questi declivi costituiscono la zona più alta che forma la displuviale importante ed amena compresa fra il Lambro, il Seveso e l’Olona. Su di essa si adagia Cusano che, per la sua altitudine, gode il magnifico panorama delle Prealpi che coronano la nostra regione, e quello, non meno seducente, di tutti i colli Briantei dei quali si vedono anche ad occhio nudo perfino le case e le piante. Una posizione così privilegiata fece di Cusano, fino dalle sue origini, un paese prediletto sovra ogni altro che circondi Milano. Cusano già nel 17° secolo fu residenza estiva del Governatore di Milano, Luigi Omodeo.

Il Comune conta quasi 3000 abitanti, ha le scuole elementari fino alla classe sesta, e un bel asilo infantile, due chiese, il telegrafo, e il telefono. Vi si trovano ville signorili e casette graziose ove si recano a villeggiare non poche famiglie. Il paese è distribuito su belle ed ampie vie, con fabbricati ben tenuti, e viali alberati. Il territorio del Milanino si eleva a nord a m. 161 sul livello del mare ed a sud discende a m. 159; declina poscia gradatamente ad est fino a m. 154 (displuvio Lambro) ed a ovest m. 155 (displuvio Seveso), cosicchè la sua media altitudine è di circa m. 158. Si presenta così in forma convessa, emergendo con evidenza su tutte le zone limitrofe di Cinisello, Bresso, Cormanno, Novate, Bollate; e da ciò ventilazione sempre viva, e facile scarico delle acque.

Acque. — Dall’elevazione di un paese sul livello del mare molto dipende il suo avvenire, perché è da essa che l’uomo attinge gli elementi più necessari: acqua ed aria. Date le speciali condizioni in cui trovasi il Milanino, è facile comprendere come a Cusano i pozzi d’acqua potabile siano in generale ottimi, poiché in forza della convessità gradata del suolo, nessun ristagno d’acqua abbiamo sui terreni ; quindi nessuna infiltrazione nella falda acquifera del sottosuolo, la quale giunge dalle Prealpi depurata, attraverso gli strati inferiori. Le acque poi che scorrono alla superficie del suolo trovano scolo naturale ubicazione del Milanino. verso il Lambro ad est, ed al Seveso ad ovest, il letto del quale è quasi a m. 5 sotto il livello delle campagne. Tutta la zona è poi bagnata dal Canale Villoresi, che, traendo origine dell’alto Ticino, offre acque eccellenti per bagni, irrigazioni, immissione nelle fogne, ecc.

Aria. — Essa è delle più salubri sia per ragioni di altitudine, sia pel fatto che per un raggio di alcuni chilometri nessun stabilimento esiste che possa col fumo o colle emanazioni renderla nociva o sgradita.

Mezzi di comunicazione. — Cusano è collegato ai centri più importanti e industriali della regione a mezzo di comode ed ampie strade comunali e provinciali, oltre a linee tramviarie e ferroviarie. Colla provinciale Vallassina il territorio mette direttamente a Milano da una parte, a Desio, Seregno, Carate, ecc., dall’altra. La strada da Milano a Cusano è tutta un piano convesso fortemente premuto a macchina e trattato a catrame, sì che in qualsiasi stagione si presenta abbastanza ben tenuta. Colle strade comunali: viale Milanino, viale Vittorio Emanuele e strada Comasinella, si accede ai centri di Monza e Sesto, ed agli altri di Affori e Niguarda, con percorso non lungo.

A queste strade si aggiungono due linee tramviarie a vapore, che percorrono ora la distanza da Cusano a Milano in circa 25 minuti, con una trentina di arrivi ad altrettante partenze giornaliere (senza tener calcolo della linea elettrica che si attuerà probabilmente in seguito), diramandosi poi su tutto il territorio per accedere ai paesi più lontani dell’alta Brianza ((Varese, Como, Erba, Lecco). Merita attenzione il fatto che, mentre il tronco principale della tramvia percorre la strada Vallassina, proprio sul margine del territorio di Milanino, in tutta la sua lunghezza, stacca un ramo per Cinisello, Monza e Carate che lo percorre per tutta la sua larghezza, e conduce in venti minuti al Parco di Monza. Cusano è anche servito dalla Ferrovia Nord-Milano, essendo una stazione del tronco Milano-Erba. Alla Ferrovia si accede dal Milanino a mezzo del grande viale Vittorio Emanuele, ombreggiato da doppio filare di tigli, largo m. 20, che attraversa il paese in tutta la sua lunghezza; la Ferrovia percorre il tratto Cusano-Milano in pochi minuti ed ha il vantaggio di arrivare fin quasi al centro della città.

Natura geologica dei terreni. — Il territorio del Milanino è formato da strati sovrapposti più o meno inclinati e contorti, come appare nell’apertura dei pozzi d’acqua, delle cave di ghiaia e di sabbia. La contorsione degli strati, l’inclinazione variata di essi, dimostrano i movimenti che nei primi secoli subì il terreno, e quindi la ragione della sua elevazione su tutti i terreni circonvicini. Evidentemente, tutta la zona risulta formata in tre grandi principali periodi. Durante il primo di essi abbiamo la formazione dei primi strati, ed allora le acque che coprivano tutta la pianura padana, ancora tranquille, sminuzzando e macinando lentamente le roccie di natura feldispatica, formarono le melme e diedero luogo a quello strato argilloso che trovasi alla profondità media di m, 2,30. Passata l’epoca glaciale, lo slivellamento tra il mare e la pianura padana divenne sempre più accentuato, così che si iniziò il ritiro delle acque; le superiori allora, sbarazzate dai ghiacci, acquistarono sempre maggior velocità e spinte a raggiungere il mare, solcarono le morene, ed abbattendo le roccie, si versarono su queste zone, abbandonandovi materiali silicei, cioè sabbie e ghiaie minute.

Incomincia così il secondo periodo ed ecco perché sullo strato argilloso, trovasi l’altro di sabbia e ghiaia. Completata finalmente la fuga al mare anche di queste acque, abbiamo nel terzo periodo l’emersione dei terreni e la formazione dello strato coltivabile composto di terreno vegetale siliceo. Dice testualmente il celebre prof. Curioni, e lo comprova l’ing. Gaetano Brey, che nel periodo alluvionale moderno, i torrenti anche più modesti demolirono una gran massa di terreno e che a questo lavoro di demolizione è dovuta l’amenità dei territori lungo il Seveso, l’Olona ed il Lambro. Da una simile natura geologica del terreno, sono facili da dedurre i vantaggi che si possono ricavare sia per la formazione di giardini, ortaglie, boschetti, ecc., sia per la fabbricazione di laterizi.

Il piano regolatore e di lottizzazione del Milanino

L’area di compendio del Milanino, astrazione fatta da alcune singolarità di contorno, quali emergono dalla planimetria, ha globalmente la forma di un vasto rettangolo, i cui lati maggiore e minore (diretto il primo quasi in direzione nord-sud ed il secondo in direzione est-ovest) misurano rispettivamente metri 1300 e metri 1000 e, come fu già detto, è compresa fra i due Comuni di Cusano sul Seveso e Cinisello, più vicina al primo che al secondo. La strada di congiunzione di questi due paesi taglia il Milanino a circa 1-3 del suo sviluppo longitudinale e costituisce una delle arterie più importanti del nuovo villaggio-giardino. E questa strada anzi che costituì la base di tracciato della rete, che ha suddiviso il Milanino in ben trecento appezzamenti, suddivisibili alla lor volta in circa 2000 lotti fabbricabili.

Esigenze di comoda viabilità imponevano che le varie strade del Milanino, convergessero col minor percorso possibile, senza giri viziosi e ritorni di direzione, alle tre mete di più frequente e normale richiamo, vale a dire i paesi di Cusano e Cinisello nonché la stazione di partenza e d’arrivo per Milano, destinata a sorgere all’estremo meridionale della sua linea mediana. Da ciò il concetto di un gran viale in direzione dell’asse maggiore del Milanino, viale al quale venne assegnata la larghezza di ben 60 metri, però con una zona centrale da sistemarsi a giardino, disseminata da chioschi od altri piccoli edifici e manufatti di uso e servizio pubblico.

Alcuni piazzali di forma circolare e semicircolare interrompono la monotonia di questa grande arteria destinata ad essere il centro di ritrovo del nuovo villaggio-giardino e favoriscono la diramazione dei viali minori, che vi convergono. Benché il Milanino tragga la sua origine dall’esempio veramente perspicuo dei villaggi-giardino inglesi, tuttavia è destinato ad avere una fisionomia a sé, prettamente locale non solo per i tipi delle costruzioni, che già sorgono e presto sorgeranno numerose e civettuole fra il verde delle piantagioni, ma anche pel modo del tracciato stradale che si snoda con qualche intento di simmetria, pur rifuggendo dalla meno opportuna e simpatica regolarità di un semplice reticolato.

I viali in curva seguono tutti circoli di ampio raggio, ciò che basta a creare una nota di varietà fra le strade rettilinee, pur mantenendo larga estensione di visuali e regolarità di forma agli appezzamenti destinati alla fabbricazione. Il Regolamento edilizio del Milanino prescrive che le costruzioni abbiano al massimo due piani — oltre il terreno — e non occupino più di due quinti della superficie dell’appezzamento su cui sorgono. Questa saggia disposizione ha fatto sì che nella redazione del piano regolatore del Milanino venisse tolta qualsiasi preoccupazione di orientamento nella direzione delle singole vie. Queste non sono destinate a svolgersi fra pareti continue di alti edifici, bensì a solcare un vasto giardino sparso di graziose casette e villini aperti da ogni lato e in ogni direzione al beneficio dell’aria e del sole. L’ampiezza degli appezzamenti nella rete stradale venne commisurata in modo da offrir facile suddivisione ai lotti di grandezza non eccessiva e di non eccessiva profondità.

Alcuni appezzamenti più ampii — come appunto avvenne di quello prescelto dalla Cooperativa Inquilini pel suo primo esperimento di costruzione di casette d’affitto — possono alla lor volta venire suddivisi con strade organicamente collegate alla rete principale, in modo da aumentare col maggior sviluppo frontale la possibilità di delimitazione di lotti fabbricabili di dimensioni limitate — od accessi diretti dalla strada a brevi intervalli per gruppi di casette riunite. In tal modo, senza vulnerare il concetto e la caratteristica del villaggio-giardino si favorisce alle piccole borse l’acquisto di piccoli lotti, i quali a compenso della limitata estensione, godono i vantaggi della grande aereazione che deriva dall’ampiezza e dal modo di sistemazione degli spazi di contorno.

Nell’esecuzione del piano, l’Unione Cooperativa ha seguito una misura di sana prudenza, concentrando tutta la sua attività sopra una prima zona, avente la superficie complessiva di circa 200 mila metri quadrati e posta quasi al centro del territorio. Detta zona, che comprende una superficie stradale di mq. 82.000, venne divisa in 187 lotti fabbricabili, che furono in breve venduti ai più solleciti acquirenti. Le prime casette sono già prossime al compimento, altre ne devono sorgere assai presto mentre si vanno sistemando le strade e impiantando i servizi di fognatura, d’acqua potabile, ecc. e giova sperare che il buon esempio sia largamente seguito, in modo che fra pochi anni nei duemila lotti fabbricabili del Milanino facciano bella mostra casette graziose ed igieniche, realizzando così le geniali previsioni dei suoi ideatori.

Estratti da: Milanino, Unione Cooperativa, Milano 1911

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