Per un uso sociale dei complessi scolastici di quartiere (1910)

artTrent’anni fa i ragazzi che frequentavano le scuole sgattaiolavano fuori dalla porta alle tre e mezza urlando di gioia mentre correvano per le strade. Le lezioni erano finite, per quel giorno, e l’edificio era affidato ai bidelli per le pulizie. Dopo aver finito il lavoro e chiuso a chiave, anche il bidello se ne andava, e la scuola non veniva utilizzata da nessuno fino alla giornata successiva. Nel pomeriggio di venerdì si chiudeva tutto sino a lunedì mattina. Tutto il sabato e la domenica gli spazi diventavano territorio proibito, e nei mesi estivi non ci entrava nessuno, salvo qualche operaio per delle riparazioni. Sull’arco dei centottanta giorni di attività scolastica annuale, il complesso veniva utilizzato sette ore al giorno: meno della metà di quanto possibile. Per il tempo rimanente restava del tutto vuoto, e non solo inutile, ma anche a consumarsi.

Nel giro di qualche decennio le cose sono cambiate. Oggi gli edifici scolastici pubblici a volte restano aperti nei giorni feriali, su tutto l’arco dell’anno, e non solo di giorno ma anche di sera. Ci sono lezioni, in luglio, agosto, così come nei mesi invernali. I ragazzi ci vanno al sabato come ci andavano al lunedì, e in certi casi le classi non vengono lasciate vuote neppure la domenica. In breve, le strutture scolastiche oggi non servono unicamente ed esclusivamente per il lavoro didattico, ma hanno un uso sociale più ampio. L’edificio è uno spazio dove i ragazzi studiano e giocano; plasmano cose con le proprie mani oltre che star chini sui libri; i giovani possono proseguire la propria istruzione se sono stati costretti ad abbandonarla, e le giovani operaie possono sfogarsi in attività fisiche dopo le tensioni della giornata lavorativa; i vicini ci possono andare a spettegolare, e le mamme a discutere i modi per proseguire il lavoro degli insegnanti a casa. Tutte le attività che si svolgono nei fabbricati e cortili scolastici nei tempi lasciati disponibili dalla didattica ordinaria, costituiscono un uso sociale del complesso scolastico.

Scuole serali

La prima attività integrativa è stata quella delle scuole serali. Che sono diventate un aspetto molto importante della pubblica istruzione, e si svolgono di norma nei mesi invernali. Il tipo di corsi varia a seconda del tipo di popolazione, ma in gran parte delle città americane vigono identici metodi per la didattica, l’organizzazione, l’amministrazione. Le scuole serali a New York comprendono tutti i tipi di offerta del paese. Si dividono fra elementari, medie e istituti tecnici e commerciali. La formazione di base si tiene quattro sere la settimana, a partire da ottobre e per novanta giornate. I corsi sono interamente gratuiti, così come il materiale didattico. Gli iscritti devono avere più di quattordici anni. Le materie offerte sono lingua, aritmetica, scrittura e calligrafia, disegno, geografia, igiene, educazione fisica, storia americana, educazione civica, contabilità, cucito, taglio, sartoria, cucina. Altra attività della formazione di base serale è l’insegnamento dell’inglese per stranieri, rivolto a italiani, russi, ebrei, polacchi, e rappresentanti di altri trentadue gruppi di immigrati. Ovunque possibile le classi si compongono di rappresentanti del medesimo gruppo, ma nei casi in cui ciò non sia possibile si compongono anche classi miste.

A New York i corsi serali iniziano nella seconda metà del mese di settembre e si svolgono poi su 120 giornate, i criteri di ammissione sono identici a quelli dei corsi diurni delle scuole superiori. Ci si può iscrivere se si ha un titolo elementare o equivalente, in questo secondo caso superando un test di ammissione. Nessuna tassa da versare. Nei corsi superiori le materie comprendono latino, lingue moderne, scienze naturali, scrittura e letteratura inglese, stenografia, dattilografia, storia e scienze politiche, disegno a mano libera, sartoria, taglio, economia domestica. Per le scuole tecniche e commerciali serali l’ammissione è riservata a chi lavora regolarmente durante il giorno. Un iscritto con età inferiore a ventuno anni deve esibire una lettera in cui si certifica da parte di persona responsabile la sua serietà di intenzioni riguardo alla frequenza per tutto l’anno scolastico. Le materie sono falegnameria, giunti, assemblaggio di strutture, lavorazione del ferro, idraulica, tornitura, tipografia e composizione, matematica, disegno tecnico meccanico, architettonico e a mano libera, elettricità, motoristica, installazione impianti, chimica industriale, fisica applicata, taglio e sartoria d’alta moda, economia domestica.

Scuole estive

dressmakingAltra attività che come le scuole serali è simile alle lezioni scolastiche ordinarie, è quella che avviene nei mesi estivi, detta didattica delle vacanze. Ancora New York offre un ottimo esempio. La frequenza non è obbligatoria, e gli alunni una volta cominciato sono spinti a proseguire sino al termine dei corsi. Le materie sono quasi tutte pratiche, salvo il corso interamente composto da ragazzi che non sono riusciti nel periodo normale, oppure vogliono accelerare gli studi. Frequentando questa scuola estiva molti alunni carenti possono poi accedere alle classi successive a settembre. Chi visitasse una di queste scuole delle vacanze a New York resterebbe certamente molto colpito dall’atmosfera di relax e serenità nelle classi. Si lavora sistematicamente e diligentemente, ma i ragazzi possono godere della poca disciplina richiesta.

Si impara a costruire sedie, canestri, piccola falegnameria e intaglio elementare, ferro battuto, lavoro a maglia, cucito elementare, sartoria, taglio, ricamo.Anche elementi di economia domestica e cucina. I più piccoli hanno laboratori a livello dell’asilo. Di normale lezioni e attività sono solo al mattino, e c’è una sola materia a giornata. Alla fine dei corsi gli allievi possono portarsi a casa le cose che hanno prodotto. Queste scuole delle vacanze si assomigliano molto in tutto il resto del paese, anche se in alcuni casi c’è più orientamento a certi corsi teorici che altrove, oppure materie particolari come pronto soccorso, realizzazione di ceramiche, costruzione di aquiloni.

Campi da gioco

Un altro «uso sociale» dei complessi scolastici durante i mesi estivi è quello dei campi da gioco. Restano aperti il pomeriggio all’esterno di dove si sono tenute le lezioni la mattina. L’esempio dei cortili di Newark, New Jersey, illustra molto bene le loro possibilità. Le attività sono generosamente sostenute da un comitato molto progressista e gestite efficientemente da una inusuale quantità di persone esperte. Gli spazi Newark sono ampi e attrezzati adeguatamente. Le attività iniziano all’una e mezza con una breve introduzione, un discorso o un racconto tenuto da uno degli insegnanti, un canto e un saluto alla bandiera, poi ragazzi e ragazze marciano verso i rispettivi settori del campo.

Prima di passare alle attività più formalizzate, sia i ragazzi che le ragazze seguono i cosiddetti esercizi preparatori. Poi ci si divide in squadre per i vari giochi e sport, o per l’uso delle attrezzature. Immediatamente il cortile assume l’aspetto di una palestra all’aria aperta. Qui un gruppo di ragazzi che fa evoluzioni alla sbarra orizzontale. Poco oltre, una fila di giovani in attesa del proprio turno di salire la fune. Chi arriva in cima senza problemi suona un campanello e tutti guardano. Un po’ come quando qualcuno fa un centro pieno al tiro a segno. Altri ragazzi saltano, o salgono il quadro, o si esercitano agli anelli. In un altro angolo della corte c’è una combattuta partita di pallacanestro, e poco più in là degli altri ragazzi giocano a rimpiattino.

Sul lato delle ragazze un gruppo lancia anelli, o gioca a bandiera, o a palla prigioniera e altro. Dentro l’edificio scolastico, in un’aula da cui sono stati tolti banchi e sedie, le classi femminili si alternano nelle danze popolari. Si cimentano nei passi della Calzolara, della Highland Fling, o turbinano in una Tarantella, la gioia stampata sui visi arrossati: nessun dubbio sugli effetti salutari di quegli esercizi ritmici. Insieme alle attività di gioco all’aperto a Newark si svolge anche lavoro manuale. I ragazzi intrecciano vimini e canestri, costruiscono aquiloni, mentre le ragazze lavorano all’uncinetto, cuciono, costruiscono bambole o modelli di cartone per il ricamo. Nella sezione «orto domestico» le ragazze imparano anche ad accendere il focolare, preparare la tavola, lavare, spazzare, e altre attività casalinghe. Tutte le attrezzature sono sistemate direttamente dai ragazzi. I maschi puliscono, sgombrano, sistemano la sabbia dei salti e le strisce per la pallacanestro, mentre le ragazze segnano le basi di altri giochi o la rete per la pallavolo.

Conferenze pubbliche e intrattenimenti

Uno degli usi più correnti degli edifici scolastici oggi nelle serate invernali è quello per le conferenze o le attività di intrattenimento. Molte città offrono lezioni, un po’ di concerti, recite teatrali, grazie a gruppi e associazioni locali o club tematici. In altre questa attività si inserisce direttamente nei programmi educativi, e ci sono a disposizione forti somme di denaro a sostenerla. La serie più ampia di conferenze per gli Stati Uniti nell’ambito di queste attività complementari alla didattica è senza dubbio a New York. Sono conferenze tenute soprattutto, anche se non esclusivamente, dentro edifici scolastici pubblici. I temi sono i più vari nello scibile umano, dalla geografia alle scienze, alla letteratura, storia, sociologia, biologia solo per citare alcuni dei campi da cui i relatori ci portano notizie. Molti argomenti vengono trattati in una serie di comunicazioni del medesimo relatore.

mechanicPer comprendere più precisamente sia gli argomenti che il tipo di relatori, si può far riferimento a quanto segue, estratto dal programma per la stagione 1907-08: «Benjamin Franklin», comunicazione del Professor Harry G. Paul, University dell’Illinois; «I grandi poeti americani», Professor Curtis Hidden Page, Columbia University; «Ricordi della Grande Guerra», conferenza del Generale Horatio C. King; «Il ruolo del lavoro nell’industria», Professor James Walter Crook, dello Amherst College; «Come si guarda un quadro, Alex. J. Van Laer; «Storia delle stelle», Mary Proctor.

Gran parte delle conferenze si tengono in lingua inglese, ma alcune anche in italiano, yiddish o tedesco. Se necessario le comunicazioni vengono corredate da proiezioni di immagini du schermo, o da dimostrazioni di laboratorio, queste organizzate direttamente sul palco con apposita strumentazione. Al termine delle comunicazioni ci sono spesso discussioni fra i relatori e il pubblico, e tramite la distribuzione di libri e opuscoli è anche possibile approfondire i temi a casa. Il successo delle iniziative è testimoniato dalla grande quantità di pubblico, dal genuino interesse dimostrato, dalla qualità delle conferenze, con la soddisfazione dell’entusiasta promotore Dr. Henry M. Leipziger, per questa sua vera e propria «Università Popolare».

Centri per le attività serali

D’inverno gli edifici scolastici svolgono un proprio ruolo sociale come centri per la ricreazione serale. L’esperienza più elaborata ed efficientemente organizzata del paese è quella condotta dal New York Board of Education. Queste iniziative sono mirate a coinvolgere solo ragazzi e ragazze che hanno terminato la scuola. Se dovessero presentarsene tra quelli che di giorno frequentano, vengono respinti, salvo se arrivano per sfruttare la sala studio, aperta in alcuni casi secondo le indicazioni degli insegnati per chi non può studiare regolarmente a casa. Allo scopo di suddividere la massa per piccoli gruppi fissi, che a rotazione usano le varie possibilità, ai giovani si consiglia di unirsi ai vari club letterari o di discussione, animati da un organizzatore competente messo a disposizione dalla scuola. I gruppi letterari si ritrovano certe sere della settimana in aula per discorsi o saggi, oppure discussioni semiserie. Altre sere si gioca a pallacanestro, o si usano altre attrezzature ginniche. Chi non partecipa a gruppi a turno si esercita al lancio degli anelli, a giocare a ping pong, o a qualcosa di più tranquillo come gli scacchi, la dama o il domino. Tra le ragazze prevalgono le danze popolari, rispetto alle più rudi attività sportive preferite dai ragazzi. Sono disponibili anche sale di lettura e una biblioteca a prestito.

Centri sociali

L’altro uso ricreativo degli edifici scolastici nei mesi invernali si rivolge agli adulti. La sede si trasforma in centro sociale, e un ottimo esempio di esperienza funzionante è fornito dal lavoro del Rochester Board of Education. Alcuni fabbricati scolastici sono attrezzati di palestre, docce, tavoli e sedie, una biblioteca mobile da Albany e ceramiche da tavolo. Si formano club maschili, femminili e rivolti ai giovani. I primi giorni della settimana questi club fanno a rotazione dell’uso della sala riunioni e altre attrezzature. Il venerdì si uniscono uomini e donne, per ascoltare una conferenza, un concerto, uno spettacolo, e si chiude la serata con le danze. Talvolta si riuniscono tutti i club per una «mangiata». Per gran parte del tempo vengono sfruttate palestra, stanza pianoforte, sala di lettura.

Quando il divertimento viene un po’ meno, si può ravvivare l’atmosfera con una discussione, o mettere a confronto politici candidati di partiti opposti, e ascoltare campioni di oratoria. I club organizzano mostre d’arte, serie di conferenze illustrate, spettacoli musicali al centro sociale. A volte un gruppo da un quartiere ricco ne ospita uno da una zona più povera, poi l’ospitalità viene ricambiata. L’idea di fondo dell’esperienza di Rochester si riassume piuttosto bene in questa osservazione a uno dei primi incontri del centro sociale: «È una vera scoperta vedere che abbiamo già una bellissima sede sociale, pronta all’uso, tutta nostra».

Sport organizzati e danze popolari

La Public Schools Athletic League di New York City, tiene incontri nelle scuole e usa palestre e cortili per tutti gli esercizi che non richiedano troppo spazio. Certi sistemi scolastici locali favoriscono nei pomeriggi dopo le lezioni danze popolari e semplici giochi per ragazze. Resta solo un altro uso dell’edificio scolastico da menzionare, ovvero quello delle riunioni associative a carattere culturale, o filantropico, nelle aule o saloni.

Ci sono parecchi esempi di questo tipo. Un modo innovativo di usare la scuola come luogo d’incontro è quello proposto a Filadelfia, dove la Home and School League sfrutta sessanta edifici. Le associazioni si compongono di insegnanti e genitori dei ragazzi iscritti alle scuole. Si alternano conferenze e lezioni sui metodi e problemi legati all’educazione dei giovani, con attività di intrattenimento. Questa frequentazione da parte dei genitori con scopi sociali, fa sì che nel quartiere la scuola sia percepita come centro sociale. Citando una pubblicazione italiana della città: «Un centro sociale è dove si può andare a far festa senza spendere nulla». A Boston la North American Civic League for Immigrants organizza conferenze con proiezioni specificamente rivolte agli stranieri, su usi e costumi e istituzioni americane; in ventidue distretti scolastici gli edifici sono usati dalla Boston Home and School Association per riunioni di genitori e altre funzioni civiche, con una frequenza annuale di circa 25.000 persone. I gruppi di genitori coinvolgono 3.000 membri paganti.

folk danceLe aule, specialmente per gli istituti superiori, sono usate anche dagli studenti iscritti ai corsi come luoghi di incontro per dibattiti letterari, congressi, attività parascolastiche e sociali. Oltre a tutto ciò c’è un’altra attività che pur estranea al campo di questa panoramica coinvolge l’uso di complessi scolastici. Alcuni complessi hanno il privilegio di avere ampi spazi, che dedicano profittevolmente al giardinaggio; è però raro che una scuola americana possieda davvero spazio adeguato per questa attività, oltre a qualche aiuola ornamentale, al netto delle necessità altrettanto impellenti da soddisfare dei campi da gioco. L’attività di giardinaggio che nasce con le scuole usa così anche lotti non edificati o giardini di case, o l’acquisizione di altre superfici, che esulano da questa trattazione riguardante propriamente gli spazi della scuola. Per questo si rinvia comunque all’analisi completa di M. Louise Greene nel suo ammirevole lavoro intitolato Among School Gardens.

Da: Wider use of the school plant, Russel Sage Foundation, New York 1910 – Estratti e traduzione a cura di Fabrizio Bottini – Questo saggio si lega abbastanza ovviamente al successivo e conseguente studio di Clarence Perry, già pubblicato su La Città Conquistatrice, La Scuola al centro del Quartiere (1914)

Riferimenti bibliografici
John Dewey, «The School as a Social Centre», Elementary School Teacher, Vol. 3
Samuel Dutton Train, David Snedden, Administration of Public Education in the United States, MacMillan, New York
Charles W. Eliot, «The Full Utilization of the Public School Plant», Proceedings of National Education Association, 1903
S. M. Lindsay, «New Duties and Opportunities for the Public Schools», Social Education Quarterly, marzo 1907
M. Louise Greene, Among School Gardens, Russell Sage Foundation, New York 1910

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