E il suburbio si fece città, davvero?

C’è un aspetto che tutti i cultori dello sviluppo locale più o meno basato sul «dov’era com’era», specie in aree di progressivo spopolamento e impoverimento, colgono molto vagamente, sempre che se ne accorgano nel loro entusiasmo: quel com’era dov’era fa in qualche modo parte del cocktail della crisi, a volte ne è anzi la componente…

Il mercato come indicatore dello spazio pubblico

Ci sono sempre almeno tre prospettive in cui inquadrare un fenomeno: gli aspetti positivi e di progresso, gli aspetti negativi e potenzialmente regressivi, quanto ne risulta in realtà facendo una sintesi dinamica dei due estremi. Ovviamente, se il metodo dialettico pare piuttosto oggettivo in quanto tale, il giudizio di sintesi non può che essere influenzato…

Qualità urbana o estetica dei quattrini?

Pare piuttosto ovvio che l’aspetto estetico, o in generale i messaggi che ci manda in modo più o meno subliminale un ambiente fisico, meglio ancora se ce lo siamo costruiti su misura, sia un ottimo sintomo di qualità, di riuscita o meno della trasformazione a uso umano e sociale di un contesto. C’è addirittura, viva…

Esperimenti di riqualificazione

Forse per cogliere davvero in tutto il suo «splendore» il disastro dell’approccio spazialista-efficientista alla trasformazione urbana, il modo migliore è guardare senza troppi preconcetti quel che ha prodotto là dove si è potuto esprimere senza alcun vincolo, ovvero nelle situazioni in cui sia il territorio che la società locale si presentavano, addirittura in varie fasi…

Urbanistica nelle Scuole (1921)

Premessa – di Fabrizio Bottini Un classico autore di urbanistica come Patrick Abercrombie, per un tema che, almeno nel lontano «dopoguerra» in cui si colloca questo articolo, è tutt’altro che classico: la pianificazione del territorio spiegata ai bambini. O qualcosa del genere. E a ben vedere nemmeno Abercrombie apre una frontiera del tutto nuova, visto…

Gli ostacoli concettuali a una buona mobilità ciclabile

Un secolo di autocentrismo non passa certo come acqua fresca, e «affermare il principio», in questo come in altri campi, è esercizio al tempo stesso di sadomasochismo prevalentemente sulla pelle altrui, e puro spreco di fiato. La sensibilità media diffusa (almeno al di fuori dei soliti circoli di appassionati e militanti della mobilità dolce, o…

Il paradigma dello sprawl padano spiegato alla Zia Pina

In questi giorni, contemporaneamente e forse per caso, ritornano fuori sia la questione dell’ennesima autostrada «inutile» che quella del consumo di suolo inarrestabile. Oltre a osservare che i protagonisti sono gli stessi, vorrei provare a rilanciare la strettissima connessione fra le due cose, riproponendo una vecchia paradigmatica storiella. Come insegnava Conrad, e poi sul medesimo…

Milano: dall’idea di città all’idea di progettone

Una volta si parlava correntemente di urbanistica come idea di città complessiva, ma forse già covava qualcosa di sbagliato, e lo si doveva capire guardando certi «progetti ideali» cavati dal cappellino di prestidigitazione degli ubiqui studi di architettura. Non per discutere la qualità di quei progetti, nessuno vuol contestare nulla in quel senso, ma proprio…

Analisi per la formazione del Piano Regionale di New York (1923)

Introduzione La prima cosa indispensabile, per iniziare a sviluppare un Piano Regionale per New York e il suo territorio, è quella di visualizzare il problema, determinare l’area di intervento, studiarne la topografia, conoscere le circoscrizioni amministrative comprese e i loro rapporti reciproci, acquisire informazioni sui vari processi in corso o in progetto, non solo da…