Educazione e partecipazione in urbanistica (1969)

In genere la nostra attenzione si concentra su quel che può essere fatto per rendere pubblici i vari piani e progetti, e coinvolgere la cittadinanza nel corso della loro preparazione, ma questo non basta certo a garantire una piena comprensione e partecipazione consapevole. Perché ciò avvenga è necessaria una migliore conoscenza collettiva dell’urbanistica. Oggi i suoi meccanismi non sono sufficientemente noti al pubblico. Alcune procedure che riguardano la pianificazione comunale e di scala superiore, alcuni passaggi, rischiano di ingenerare equivoci. Le persone devono essere messe in grado di distinguere, per esempio, tra la possibilità di contribuire a un piano generale (nei suoi vari tipi e dimensioni) nella fase della sua redazione, e quella invece di presentare osservazioni nel momento in cui inizia l’ultima fase dell’approvazione ministeriale. Si devono anche conoscere gli obiettivi a carattere generale di un piano, e i compiti specifici delle amministrazioni locali in materia. Consideriamo ciò premesso una triplice responsabilità a fornire informazioni sull’attuale regime urbanistico: dal governo centrale; dalle amministrazioni locali; dai mezzi di comunicazione. A questi tre percorsi essenziali si possono poi affiancare altre entità, che vanno dalle associazioni professionali a quelle tematiche sul territorio locale.

Ruolo del governo

Si presume che il governo prosegua nei suoi rapporti con le amministrazioni locali attraverso circolari e bollettini. Le circolari senza dubbio contribuiscono a informare amministrazioni e professionisti, ma non si tratta di testi concepiti per una grande diffusione, a cui sono decisamente inadeguati. Ad essi si deve aggiunge qualcosa di più adeguato al vasto pubblico. Individuiamo a tale proposito almeno quattro canali.

(a) Opuscoli

Raccomandiamo la pubblicazione di opuscoli informativi, dalle forme più sintetiche ad altre estese e dettagliate, a chiarire scopi e natura dei piani generali, specie nei loro aspetti di partecipazione pubblica. Opuscoli pensati senza un particolare tipo di lettore, basta una generale esaustività a garantire una lettura a più livelli delle informazioni contenute. Utilissima allo scopo sarà la collaborazione di enti nazionali quali il Civic Trust, la Camera di Commercio, il Consiglio per i Servizi Sociali, l’Ufficio per le Informazioni ai Cittadini, il Consiglio per le Chiese. Hanno già collaborato al nostro lavoro e siamo sicuri potranno farlo anche per questa divulgazione.

(b) Film

Il governo potrebbe prendere in considerazione la possibilità di commissionare direttamente dei film in cui si spiega il meccanismo decisionale urbanistico secondo le nuove regole, e le possibilità di partecipazione pubblica. Capiamo che raccontare in un film idee di trasformazione e procedure decisionali necessiti di parecchio sforzo, ma siamo anche certi che una buona innovativa pellicola possa dare un decisivo contributo nel capire il ruolo dei cittadini. Bastano venti minuti, allo scopo. I contenuti specifici potrebbero essere decisi nel momento in cui il Ministero autorizza l’ente locale a redigere il suo piano generale. Il costo di un lavoro del genere dovrebbe aggirarsi attorno alle ventimila sterline o poco meno. Il ministero dovrebbe stabilire metodi standard di promozione locale del film, perché le proiezioni possano raggiungere un pubblico il più vasto possibile. E farlo tramite un documento scritto da inviare all’amministrazione locale prima della pubblicazione del filmato. Ad una buona efficacia della distribuzione speriamo collabori anche il Civic Trust.

(c) Mostre

Una terza forma di divulgazione consigliabile è quella delle mostre, da sperimentare localmente come metodo di comunicazione dell’urbanistica. La base per un tipo di mostra itinerante del genere potrebbe essere quella messa a punto dal Ministero per illustrare i nuovi metodi di pianificazione. Si tratta di un interessante esperimento, che sfrutta esperienze di design esplicativo applicato a concetti complessi, e che si potrebbe usare parimenti per il sistema dei piani urbanistici; poi i materiali si potrebbero organizzare anche in mostre più grandi nelle biblioteche o nei municipi, o a seconda delle proposte degli enti locali in altri modi e contesti.

(d) Altri materiali divulgativi

Come quarta raccomandazione, proponiamo che il Ministero per la Casa e il Governo Locale assuma l’iniziativa di raccogliere informazioni e successivamente divulgarle, in forma di «Note pratiche» sui metodi di partecipazione locale all’urbanistica, una pubblicazione periodica. Seguire l’evoluzione del tema pare necessario per i seguenti motivi:

(I) Le tecniche pubblicitarie sono in continuo sviluppo. L’uso della radio, per esempio, presenta ottime prospettive per informare nei dettagli sulle scelte locali, secondo modi impensabili anche pochissimo tempo fa, e che devono essere sfruttati e sperimentati.

(II) Sta cambiando la struttura del governo locale. Se si allargano le circoscrizioni amministrative è necessario tenere in debito conto un nuovo approccio.

(III) Sta cambiando anche la società, emergono bisogni di adattamento delle forme pubblicitarie e di partecipazione, che ne tengano conto.

(IV) Nonostante molti enti locali abbiano ampiamente pubblicizzato i propri piani urbanistici, con decisione ed efficacia, poi non c’è traccia di verifica sistematica dei risultati concreti di questa azione. Le opinioni in proposito paiono diametralmente opposte: qualcuno ritiene che una buona pubblicizzazione possa ridurre i conflitti e le opposizioni a un piano, mentre secondo altri stimolare le osservazioni può solo rallentare un iter.

Il Ministero si colloca in una posizione ottimale per svolgere un ruolo informativo su tecniche, costi ed efficacia del processo di pubblicizzazione. Inoltre gli uffici decentrati ministeriali possono coinvolgere il proprio personale nel dibattito su questi temi. Suggeriamo che il Ministero inizi a produrre materiali rivolti agli enti locali. A partire da «materiali di metodo» a titolo introduttivo per le mostre sui piani, che evitino di raddoppiare la fatica inventandosene uno localmente ogni volta. Questa azione informativa del pubblico sul sistema dei piani sarà più efficace se svolta sin dal principio, e ancora gli uffici ministeriali locali possono svolgere un ruolo chiave.

Essenziale si può anche rivelare la consulenza del Central Office of Information. Ma non dimentichiamo che comunque sia le autorità centrali possono svolgere un ruolo chiave e tuttavia limitato, prive come sono di una relazione di prossimità coi cittadini. Esiste certamente una responsabilità diversa da parte delle amministrazioni locali, su cui grava il peso maggiore della divulgazione e educazione del pubblico, e del dispiegamento dei servizi relativi.

Il ruolo dell’Ente Locale

Esiste un solo ente pubblico che può unire la funzione di responsabilità della politica urbanistica con quella dell’informazione capillare e dell’educazione in materia, salvo forse per il livello universitario, ma certamente su tutto il rimanente arco scolastico quanto a coordinamento. Auspicheremmo che tra i due aspetti di redazione e divulgazione-partecipazione si sviluppi il massimo dei collegamenti possibile, così che anche a livello formativo scolastico si possa operare efficacemente. Particolarmente vivace e stimolante dovrebbe risultare trattare il tema coi bambini più piccoli delle scuole. Ma anche le classi successive possono trarre giovamento, ad esempio i più grandi dalle frequentazione delle mostre vuoi sui piani generali, vuoi sulle trasformazioni più locali vicino alle loro scuole. Alcune amministrazioni hanno anche organizzato concorsi per i migliori temi in materia urbanistica, con ottimi risultati.

L’istruzione nella scuola secondaria sui vari aspetti civici è la miglior base per una attiva partecipazione negli anni a venire. Sottolineiamo quindi che le attività indicate dovrebbero far parte di un percorso di consapevolizzazione degli alunni delle scuole secondarie, dei propri doveri civici, ben oltre la semplice materia di insegnamento riservata solo a chi poi prosegue negli studi. Raccomandiamo poi che la collaborazione tra uffici pubblici di urbanistica e scuole, debba continuare anche in altri ambiti non strettamente scolastici. Realizzando anche alcuni programmi ipotizzati dal Settore Istruzione e Scienza, per rinnovare il campo dell’educazione tecnica. Forza e qualità dei programmi scolastici ed extrascolastici potranno solo crescere, se il medesimo impegno civile riguarda anche la formazione degli insegnanti nel campo degli obiettivi e metodi della pianificazione territoriale e urbanistica.

Infine, oltre alle varie campagne degli enti pubblici per informare la cittadinanza su temi specifici quali la tutela del paesaggio o la qualità architettonica, individuiamo il bisogno di formazione focalizzata verso chi volesse capire in particolare il sistema di pianificazione. A partire naturalmente dai consiglieri comunali, che anche se non facenti parte della commissione urbanistica vogliono essere informati sui contenuti dei piani, le responsabilità e la redazione. Raccomandiamo quindi che gli enti locali possano organizzare corsi o conferenze nei fine settimana, magari in collaborazione con altri enti o associazioni anche nazionali, ad esempio la Town and Country Planning Association, o il National Housing and Town Planning Council. E speriamo anche possano parteciparci oratori direttamente dal Ministero per la Casa e il Governo Locale, rivolgendosi a tutti i cittadini inclusi ad esempio esponenti del mondo produttivo e commerciale, insegnanti, membri di associazioni di tutela, giornalisti, commentatori televisivi. Anche gli stessi tecnici urbanisti forse potranno approfittare di queste occasioni per rinfrescare le proprie conoscenze, specie nell’ambito della partecipazione.

Altri soggetti

Abbiamo già parlato di quanto sia importante il ruolo dei giornali locali come strumento di divulgazione dei piani urbanistici, e di come gli uffici possano mettere a disposizione materiali per favorirne una migliore e tempestiva circolazione. Anche la stampa può contribuire a migliorare l’azione degli uffici in questo senso, chiedendo, pretendendo, informazioni base su natura e scopi dei piani, il loro iter, per poterne poi meglio trattare e discutere. Così come avviene col resto dei cittadini, anche i rappresentanti della stampa hanno bisogno di informazioni essenziali per innescare la discussione e i commenti. A tale proposito speriamo che il Ministero insieme al Consiglio Nazionale per la Formazione dei Giornalisti esamini la possibilità di inserire la materia tra quelle studiate riguardo agli enti locali. Sarà utile anche la cooperazione dell’Albo professionale.

Le emittenti radio e televisive possono fare molto per aiutare a informare il pubblico, con programmi educativi in materia urbanistica. Che possono riguardare sia i tratti fondamentali del sistema di pianificazione, o le analisi e ricerche che vengono prima di qualunque progetto di piano, oppure le opinioni degli urbanisti, o quelle dei cittadini. Così come il pubblico deve essere informato, allo stesso modo anche gli urbanisti devono capire l’importanza della partecipazione pubblica, sia nel corso della propria formazione di base che poi nelle varie forme di aggiornamento. Senza alcun dubbio l’Istituto di Urbanistica considererà il problema. Forse si tratta di qualcosa che va un po’ oltre le nostre competenze intese in senso stretto, ma solo se la partecipazione risulta informata e costruttiva, si realizza davvero l’obiettivo autentico degli enti locali, e dei cittadini che essi rappresentano.

Da: People and Planning – Report of the Committee on Public Participation in Planning (Skeffington Report), London, Her Majesty’s Stationery Office, 1969 – Il nome dell’autore di questo estratto è formalmente quello del Presidente della Commissione, anche se come noto i testi sono elaborati collettivamente e materialmente redatti da personale tecnico – Traduzione di Fabrizio Bottini

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