Greenbelt town: nuove forme dell’urbanizzazione (1936)

La scelta del luogo

greenbelt01aIl luogo di una greenbelt town si sceglie dopo studi approfonditi sulle questioni economiche e sociali delle grandi città. Da un primo gruppo di 100 ne sono state selezionate alcune con una tendenza stabile e di lungo periodo di crescita, economia solida, diversificazione produttiva, buoni salari e politiche del lavoro, e soprattutto un forte bisogno di abitazioni. Una volta fatto questo, il passo successivo è quello di individuare la localizzazione della nuova città. I criteri sono rigidi. Uno dei più importanti è quello di terreni a buon mercato, da 250 a 750 dollari l’ettaro invece delle medesime cifre per un solo metro quadro, e uno degli ostacoli principali può dirsi superato. Ciascuna nuova città sarà posta vicino a buone occasioni di lavoro, coerentemente alle attuali tendenze di crescita urbana e decentramento industriale. Altre considerazioni sono quelle relative a una topografia adeguata alla realizzazione di case, strade, espansioni future, terreni fertili per l’agricoltura e gli orti nella greenbelt, e poi boschi, colline, piccoli corsi d’acqua, da poter trasformare in parchi e aree per il tempo libero.

La greenbelt

greenbelt02Ogni superficie è destinata a una specifica funzione entro un piano ben congegnato. Oltre i margini dell’edificato c’è la greenbelt, carattere distintivo di tutti gli insediamenti suburbani della Resettlement Administration. Questa fascia permanente di spazi aperti protegge la città da una crescita ed espansione indebita. Inoltre è una vantaggio per il tempo libero e la coltivazione. Parte della superficie è destinata a campi da gioco e parchi, altre zone a orti per le famiglie che desiderano affiancare al reddito da lavoro una produzione propria di frutta e verdura. Altre superfici ancora sono destinate all’agricoltura propria, che così trova un suo mercato immediatamente a ridosso dei campi. Tutte queste funzioni hanno superfici disponibili per espandersi con l’aumento della popolazione.

La città

Il progetto della città è concepito secondo i criteri della vita comunitaria americana. C’è il common tradizionale dei villaggi del New England o del Midwest. Al centro il nucleo dei negozi, ufficio postale, stazione degli autobus, cinema e altre attività private. Anche qui non manca un edificio pubblico che funge da scuola dell’obbligo durante la giornata e da sala riunioni e assemblee più tardi. La città greenbelt è anche concepita per rispondere particolarmente alle necessità moderne dell’automobilismo. A proteggersi dai suoi pericoli e disturbi, il nucleo è il più possibile distante dalle grandi arterie di comunicazione. In alcuni casi anche le vie più trafficate sono attraversate da sottopassi per pedoni, così che gli abitanti possano raggiungere in perfetta sicurezza camminando negozi e scuole. Le strade sono meno numerose che in una città normale, e ciò non comporta meno comodità, ma solo notevoli risparmi in investimenti e manutenzione. Di norma la griglia stradale produce isolati di dimensioni cinque o sei volte maggiori di una piazza urbana normale. Ciascuno assomiglia a un piccolo parco, circondato da circa un centinaio di alloggi disposti tutto attorno.

greenbelt01cQuesto concetto del super-isolato ha parecchi vantaggi. Rende possibili notevoli risparmi nelle asfaltature e reti fognarie. Invece degli affacci su una via desolata, le case prospettano su erba e alberi al centro del raggruppamento. Ciascuna casa ha un proprio giardino, ma gran arte del verde è comune. Di solito non sono necessari neppure i marciapiedi lungo le strade, perché la rete dei percorsi e sentieri attraversa gradevolmente l’interno del parco. Gli ingressi sul retro danno su piccoli cortili di servizio accessibili dalla strada. Nei cortili si accede anche ai garage, alle zone per stendere, si ritirano le consegne, ma si isolano gli alloggi dal traffico. Le case sono morderne ed efficienti, costruite per durare, comode, sane, ventilate, offrono privacy. Ne esistono naturalmente di molti tipi e dimensioni, per rispondere alle necessità di diverse famiglie. Quelle a schiera e altrimenti raggruppate sono più economiche da realizzare e mantenere di quelle singole. Ci sono appartamenti per persone sole o coppie senza figli.

Amministrazione e gestione

La città greenbelt non è concepita come una specie di autonoma «Isola Federale». Si tratta al contrario di una normale cittadina americane, dove ciascuno ha tutti i privilegi e responsabilità. Una volta terminata la fase di costruzione, il governo federale si ritira, salvo ribadire la necessità di una amministrazione competente per tutelare il proprio investimento e interessi. Gli immobili sono gestiti localmente dagli enti responsabili per le abitazioni pubbliche o da altre amministrazioni. Negli statuti va inserito che la città debba essere amministrata come sistema coordinato. Superfici e fabbricati rendono allo Stato e all’ente locale in tasse, e da queste tasse vengono sostenute correntemente scuole e altri servizi pubblici. Il tipo di amministrazione sarà quello più adeguato alle dimensioni della città secondo le leggi dello Stato.

greenbelt01bNella costruzione delle città greenbelt si risparmia moltissimo attraverso lo sfruttamento di terreni a basso costo. Una adeguata pianificazione, attenta progettazione, ottimi materiali, fanno sì che le spese di gestione e manutenzione siano ridotte al minimo. Dobbiamo ricordare che gli abitanti si fanno carico delle proprie scuole, chiese, negozi, servizi alla salute, campi da gioco e altro, senza quei sussidi aggiunti che in altre città vengono dalle imposte su grandi immobili e attività commerciali e industriali. Visto che oltre la metà dei nostri cittadini ha redditi familiari attorno ai 1.200 dollari l’anno, dobbiamo valutare le alternative. Dato che la fascia a reddito più basso deve accedere a abitazioni adeguate e moderne, occorre ridurne enormemente i costi, oppure compensare con l’equivalente di quei citati sussidi aggiunti, che nelle grandi città sostengono affitti controllati nelle zone di case popolari.

Nelle città greenbelt non esistono sussidi aggiunti. Oggi l’America raccoglie ovunque le proprie forze per affrontare il problema della costruzione di case, con una decisione che non ha precedenti nel paese. Si moltiplicano le iniziative, gli esperimenti, i disegni di legge. Comunque sia, nei prossimi dieci anni si costruiranno milioni id nuove case. Dal 1937 il programma greenbelt verificherà sul campo la propria filosofia, la sua capacità di esercitare una notevole influenza sullo sviluppo economico e sociale degli Stati Uniti. Non possiamo fallire.

Da: Greenbelt Towns, Resettlement Administration, Washington 1936 – Estratti e traduzione a cura di Fabrizio Bottini
Appare quantomeno evidente la convergenza culturale, oltre che col movimento generale per il decentramento pianificato, soprattutto con le teorie americane della casa economica così come diffuse in questo periodo da Catherine Bauer (1936) , di cui su La Città Conquistatrice abbiamo pubblicato un estratto, «Case economiche e parti di città», dedicato in particolare alla forma quartiere.
Di un certo interesse storico critico anche la scheda biografica su
Rexford Tugwell, il socialista collaboratore di F.D. Roosevelt e ideatore del programma Greenbelt Towns, redatta per Eddyburg da Giovanni Caudo (2005)

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