Manuale del Proprietario di Casa con Giardino (1952)

Il prato e la sua manutenzione

Non c’è nessun aspetto di un quartiere suburbano che contribuisca più dei prati ben tenuti alla bellezza del luogo e delle case. C’è sempre stabilità o crescita dei valori immobiliari nelle zone in cui i prati appaiono come tappeti verdi, sul cui sfondo alberi e cespugli contribuiscono a comunicare eleganza residenziale. Là dove prati e giardini vengono trascurati il quartiere assume un aspetto più modesto o di abbandono, e viene spontaneamente mal considerato. Il vostro investimento nel giardino già importante in partenza cresce poi col passare degli anni. Se case e mobili materialmente tendono a deprezzarsi col tempo, prato, alberi, cespugli aumentano invece di valore, estetico e monetario insieme.

Al momento della costruzione abbiamo spianato i vostri terreni, fertilizzato il suolo, seminato il prato. Affidandolo poi alle vostre cure. La prima cosa da fare è irrigarlo abbondantemente ogni giorno. Perché l’erba non riesce a germinare altrimenti, i semi si seccano. E c’è un solo modo per irrigare il prato: la canna con polverizzatore mobile da piazzare prima in una posizione e poi nell’altra. Se lo si lascia troppo a lungo nel medesimo posto su un prato nuovo, si creeranno delle pozze e si dilaveranno semi e terra. Non usate neppure direttamente la canna perché c’è ancora il rischio di dilavare i semi. Non camminateci sopra, specie coi tacchi alti, magari appoggiateci un’asse o due per spostarvi. Evitate che ci vadano a correre i bambini, anche se ovviamente non è cosa facile. Magari succederà comunque che in alcuni punti che per erosione o lavaggio l’erba fatichi a crescere. Non c’è rimedio, salvo colmare di nuovo di terra, fertilizzante, seminare e passare il rullo, o pressare con l’aiuto di un’asse.

Nel prato nuovo spunteranno anche delle erbacce, specie se la crescita è in primavera, meno in autunno. Toglietele quando raggiungono una decina di centimetri, e continuate a farlo finché non spariscono. Non è necessario esagerare chinandosi apposta e rompendosi la schiena per strapparle una a una. Si falcia l’erba quando è alta dieci centimetri e si continua a farlo almeno una volta la settimana, due ancora meglio. Se vi dimenticate di farlo in tempo quando è ancora abbastanza corta poi cresce e ci vuole il doppio della fatica. Li abbiamo visti quelli che provavano a falciare una prato da venti centimetri: di solito ci rinunciano dopo pochi minuti: se ci avessero pensato quando era di dieci centimetri la falciatrice avrebbe lavorato senza alcuna difficoltà. Più spesso si taglia, più folto sarà il manto erboso. L’erba cresce verso l’alto, ma tagliando la cima si allarga in orizzontale. Che è il vostro obiettivo: far crescere un manto corto e compatto, non qualche rado lungo ciuffo.

Non provate a versare ghiaia o altro sul prato prima che si sia stabilizzato. Nella mescola che usiamo ci sono anche semi che impiegano un certo tempo, e usando scope e rastrelli si finisce per perderli. Irrigare un prato in crescita e uno abbastanza cresciuto sono due operazioni diverse. Per far germinare i semi si deve far lavorare l’irrigatore per un tempo breve su piccole superfici, poi spostarlo altrove per non dilavare il suolo. E irrigare ogni giorno diverse ore. Non quando il prato è cresciuto. A quel punto il suolo deve essere imbevuto d’acqua, non solo spruzzato qualche minuto, ma non più di due-tre volte la settimana. L’obiettivo è far crescere radici profonde e quindi lavorare nel profondo, impregnandolo così che le radici vadano a cercarci l’acqua.

Per un bel prato ci vuole tempo. Se quello nuovo è mezzo perfetto e mezzo a chiazze spoglie forse non si può pretendere di meglio. Migliorerà la prossima stagione con le dovute cure, e il terzo anno sarà un tappeto verde: certo, se gli avrete dedicato le cure necessarie, acqua, semi, terriccio, come spiegato sopra. Anche nei casi migliori le piccole ricostruzioni si devono fare almeno un paio di volte l’anno. Le morse del gelo invernale e il sole bruciante dell’estate fanno disastri sul prato. All’inizio della primavera (aprile è il momento migliore) si deve aggiungere un dito di terriccio , meglio ancora una calcolata mescolanza (in parti uguali) di terra di coltura, sabbia e torba, ben distribuita su tutta la superficie. Se vi manca la sabbia mescolate le altre due componenti, solo terra proprio in alternativa estrema. Invece della torba si può usare del preparato humus. Dopo questa aggiunta si mette del fertilizzante (scegliete tra quelli sul mercato) calcolando circa dieci chili ogni cento metri quadri. Attenzione di farlo solo quando l’erba è asciutta, per evitare di bruciarla se si attacca agli steli. Rastrellare il fertilizzante per distribuirlo. Dopo di che si semina, di nuovo rastrellando per distribuire e ricoprire altrimenti i semi scoperti possono seccare. Passare il rullo e comunque pressare, alla fine.

In autunno (il mese migliore è settembre) si segue la stessa procedura. In più, se si vuole proprio ottenere risultati ambiziosi, raccomandiamo dopo la prima fertilizzazione di aprile di aggiungerne un’altra più leggera verso metà maggio, e dopo quella di settembre a metà ottobre. Accertarsi sempre che l’erba sia asciutta, ripulire gli steli e poi bagnare. Il mercato offre una serie di fertilizzanti di varie marche, naturali e sintetici. Raccomandiamo per le prime fertilizzazioni primaverili quelli sintetici a dosaggio 10-6-4. Per le seguenti – specie nel clima caldo – quelli naturali. Lo stesso in autunno, a settembre sintetico, a ottobre naturale. Su tutto l’arco dell’anno l’erba deve essere mantenuta a un’altezza poco inferiore ai 4 cm, salvo tra metà giugno e metà agosto, con la regolazione della falciatrice mantenuta a 6 cm abbondanti.

Alberi cespugli e rampicanti

Teniamo sempre in mente la distinzione tra piante messe nuove, e quelle già stabilizzate in un luogo. Un albero o cespuglio appena trapiantato è stato da poco sradicato dall’habitat originario subendo quella che potremmo paragonare ad una operazione chirurgica. Deve essere curato e recuperato a buona salute, altrimenti rischia di soffrire o morire, come succede ad alcuni esemplari di solito proprio per cure insufficienti del proprietario del giardino: noi trapiantiamo, non facciamo manutenzione, quello resta compito vostro. La prima cosa da fare per gli esemplari appena trapiantati è di irrigarli. Lo ripetiamo continuamente e vedere la trascuratezza di tanti proprietari è davvero scoraggiante.Troppi che ad irrigare ci provano poi fanno più danno che altro. C’è un solo modo di bagnare un albero trapiantato o cespuglio o rampicante: appoggiate la canna (libera senza erogatore) sulle radici e lasciate che si impregni il terreno. Se l’albero è grosso cambiate posizioni. I buchi che lascia poi l’acqua nei terreno finita l’irrigazione si devono riempire.

C’è un dispositivo in commercio da installare all’estremità della canna, da infilare in profondità nel terreno e scaricare l’acqua là. Ne raccomandiamo l’uso. Nei tratti di strada in cui non sono stati piantati i prati si accumula parecchia polvere, che poi si solleva nell’aria con le auto di passaggio e si posa sulle foglie delle piante anche in quantità. Così non possono respirare. Usate la canna dell’acqua sulle piante dopo il tramonto per ripulirle. Le specie che perdono le foglie in autunno vanno pulite sino a quella stagione, i sempreverdi fin quando arriva il gelo, più o meno a Natale. Oltre all’irrigazione c’è la coltura. Chi tiene patate granturco o cavoli li cura adeguatamente, perché altrimenti crescerebbero immangiabili e invendibili. Coltivare nel nostro caso significa mantenere uno strato di terreno soffice e sgombro di erbacce attorno, sempre in grado di assorbire aria e acqua fino alle radici. Il sole tende a trasformare la terra attorno ai tronchi in una crosta indurita e quasi impermeabile.

Va continuamente zappettata rendendole friabile, finché le nostre dita tasteranno una consistenza da grani di zucchero. A prevenire un eccessivo indurimento della superficie è utile uno strato di torba di 3-6 cm. Nella stagione di crescita si usa per le piante il medesimo fertilizzate del prato. In che quantità? Per un cespuglietto mezzo chilo, per un grosso albero anche dieci chili. No si deve spargere a ridosso del tronco ma ad una certa distanza. Poi farlo assorbire bagnando. Mettendone poco e spesso (per tutta la stagione di crescita ma non dopo metà luglio) a intervalli di due settimane si fanno meraviglie. Per i lavori sul terreno è utilissimo usare una piccola forca rastrello, sia dopo la pioggia che quando la terra è ragionevolmente asciutta.

Potature dei sempreverdi

Tutte le siepi si devono riconformare una volta l’anno. Usando l’attrezzo pensato per quella funzione. E la forma predefinita va data una volta per tutte sin dall’inizio. Il momento migliore per potare è prima di metà giugno, rischioso farlo invece in autunno. Le piante che non vengono potate per qualche anno diventano selvagge ipertrofiche incontrollabili incompatibili con qualunque genere di giardino formale. Altro verde richiede meno cimature, il meno possibile. Certo i rami morti si devono tagliare. Per distinguerli basta grattare la corteccia con un dito: se è verde sono vivi se l’aspetto è da legno sono morti. Se un cespuglio risulta molto più alto o largo degli altri lo si ridimensiona usando il semplice buon senso e pensando a come si inserisce meglio.

Cure invernali

Gran parte delle piante richiede qualche genere di protezione durante l’inverno. Specie quelle piantate più di recente. Non soffrono tanto per il freddo ma sopratutto per il vento devastante che le secca e le scuote. Anche l’alternarsi brusco di caldo e gelo fa disastri. Quindi è buona pratica ricoprire le radici con un buon strato di terra o torba. Consigliamo la seconda perché più semplice e isolante, la si può comprare in qualunque negozio di vivaista. Tutti gli esemplari appena trapiantati devono avere una copertura di terra o corteccia tritata o torba sulle radici spessa almeno 6 cm. Poi coltivando quello strato pian piano si riassorbe nel suolo, e va ripristinato per mantenere la copertura. Va aumentato man mano il freddo si fa più intenso, fino ad arrivare col terreno gelato a una trentina di cm di torba a proteggere le radici. In primavera la copertura si rimuove gradualmente lasciando una strato di 6 cm.

Le piante esposte alle raffiche settentrionali hanno bisogno di qualche protezione in più, sotto forma di paravento. Si può realizzare con dei pali piantati nel terreno su cui inchiodare una tela di sacco. Senza toccare le piante, rimanendo a una distanza corretta di una decina di cm. Alcune piante stanno meglio in suoli acidi, altre in suoli alcalini. Se si tengono rododendri, alloro di montagna, mirto, azalee e simili, ci vuole suolo acido. Aggiungendo triturato da foglie di quercia, che è anche un ottimo fertilizzante naturale. Raccomandiamo di mescolarlo con torba e aggiungerlo alle piante acide. Altri cespugli da fiore o alberelli da frutto non si devono trattare con foglie di quercia ma col fertilizzante del prato. Mai aggiungere calcinati a rododendri lauri o azalee, perché addolciscono il suolo. Li si deve spruzzare almeno una volta l’anno con un composto di nicotina e solfato abbastanza adesivo. Reperibile sul mercato con vari marchi.

Gli alberi da frutto devono essere spruzzati almeno cinque volte l’anno, ma solo quando sono maturi. I prodotti di varia formulazione sono sul mercato. Cespugli fioriti, arbusti e siepi non richiedono cure particolari, salvo contro l’acaro giapponese che spunta dal terreno a giugno, e va trattato spruzzando da quel periodo in avanti ogni decina di giorni. La formula è D.D.T. al 50% mescolato a caseinato di calcio che funge da adesivo, viene venduto già pronto con diversi marchi. Una raccomandazione conclusiva: il giardinaggio è una cosa diversa dal costruire un muro. La costruzione inizia e finisce, le piante sono creature vive che crescono e prosperano a seconda delle condizioni. Un giardiniere deve avere soprattutto pazienza. Quelli che sembrano bastoncini piantati per terra in qualche anno diventano un magnifico verde. Se vi sembra che li abbiamo piantati troppo radi, a trenta centimetri l’uno dall’altro, non cercate di colmare il vuoto piantandoci qualcos’altro. Si riempirà da solo dopo un certo ragionevole periodo, grazie alla naturale crescita e allargamento della pianta.

Alcune norme per i proprietari

In qualunque comunità valgono certe regole per assicurare una buona manutenzione, conservando i valori immobiliari e una migliore qualità per tutti. Di seguito un elenco di quelle adottate a Levittown. Se le leggete con attenzione capirete che hanno un solo scopo: avvantaggiare al tempo stesso voi e i vostri vicini.

1. È possibile aggiungere un posto auto o garage o locale — SE è simile architettonicamente al corpo principale per materiali e color, — SE non sporge dal corpo originale, e sul retro non oltre quattro metri — SE vengono comunque lasciati almeno 6 metri di striscia scoperta sul retro e 2 metri sui lati (nel caso dei lotti d’angolo i lati sulle strade vengono considerati affaccio frontale, se la vostra casa su due vie dovete lasciare 2 metri scoperti su un lato e 4,5 sull’altro; se avete acquistato uno dei rarissimi lotti su 3 vie, altri 2 metri sulla fascia interna).

2. Potete mettere un cartello col nome dell’edificio, ma che non sia più grande di 90 cmq.

3. Si possono tenere animali domestici (cani, gatti) ma niente allevamenti o pensioni per animali.

4. Se siete un medico o un dentista o altro professionista potete certamente avere un ufficio in casa, ma che non sia di tipo commerciale: le zone residenziali di Levittown devono restare esclusivamente tali.

5. Quando mettete fuori la spazzatura assicuratevi che stia in un contenitore di metallo ben chiuso, non sparpagliate rifiuti attorno alla proprietà.

6. Potete piantare una siepe di recinzione MA che non sia più alta di 90 cm. Se c’è un bambino o un animale domestico e volete recintarlo nel giardino, provate con un berberis spinoso o qualcosa di simile di quell’altezza, dovrebbe funzionare allo scopo. NON SONO AMMESSI ALTRI TIPI DI RECINZIONE (in legno, metallo). Nell’organizzazione dei lotti di Levittown abbiamo concepito un’idea di continuità dello spazio aperto a giardino, che delle recinzioni interromperebbero ritagliando piccole porzioni a rovinare l’effetto complessivo, per quanto gradevoli possano essere le barriere (e alcune sono davvero orribili). Si tratta di una regola piuttosto importante.

7. Si può stendere il bucato sul retro, ma per favore usate uno stenditoio ripiegabile. I fili da bucato di tipo tradizionale danno al prato e al giardino un aspetto disordinato. Per favore non lasciate steso il bucato per i fine settimana o le vacanze, quando i vicini vorrebbero rilassarsi dove si affacciano sul vostro retro.

8. Se la proprietà si affaccia al retro su una strada, il lotto è stato lasciato più ampio di una striscia di sei metri. Possono essere tenuti a verde, schermati per la propria privacy dalle auto o pedoni di passaggio. Dovete curare – siamo certi che volete curarlo – questo verde. Con un po’ di attenzione crescerà fitto in modo da garantirvi un’ottima privacy. È l’unico caso in cui è consentita una siepe più alta di 90 cm (come quella descritta sopra). Anche se abitate in un lotto d’angolo vale la medesima cosa verso i marciapiedi.

9. Tenete falciato il prato e strappate le erbacce almeno una volta la settimana tra metà aprile e metà novembre. Non c’è niente di peggio per un quartiere, per chi ci abita, dei prati non curati e delle erbacce. Abbiamo investito molto nella progettazione e preparazione dei vostri giardini: prospereranno se li curate, diventeranno una bruttura se non lo farete.

10. Se abitate un lotto d’angolo non dovete rimuovere né modificare il verde che sta sull’angolo. Se per caso dovesse morire una pianta, potete sostituirla come faremmo noi. Quello degli angoli è un problema particolare, e non vorremmo cambiare nulla.

Se volete prendere visione della versione integrale delle Norme di Quartiere, sono depositate ufficialmente nell’Ufficio della Bucks County a Doylestown.

Titolo originale: Your Homeowners Guide – Estratti e traduzione a cura di Fabrizio Bottini

Immagini: Garden Store Annual, 1947; Levittown Outlook, 1959

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