Chiedere «meno cemento» è urbanistica progressista?

Buona parte delle battaglie locali di comitati e associazioni di abitanti ha l’obiettivo di impedire o ridurre le trasformazioni edilizie, intese come quantità di metri quadrati e metri cubi destinati a funzioni urbane. Anche buona parte delle motivazioni specifiche addotte da questi gruppi si può riassumere nella «conservazione della qualità» del quartiere, o zona, o…

Il NIMBY è solo un perdente del mercato immobiliare?

Quel detto che ammonisce «see the trees, see the forest» si adatta sempre magnificamente all’intreccio di minute particolarità e grandi complessità che è la metropoli contemporanea. Osservando le cui manifestazioni, nell’immediato così come nel medio periodo (per quello lungo ci affidiamo fiduciosamente ai posteri), è sempre salutare alternare uno sguardo al piccolo albero a una…

Il nimby travestito da ambientalista identitario o chissà cos’altro

Esiste un motivo abbastanza ovvio per l’essere in qualche modo spontaneamente conservatori: l’abitudine costruisce equilibri complessi, che l’innovazione puntualmente sconvolge, e adeguare ritmi rappresenta comunque un impegno e un investimento, personale e collettivo, di non indifferente onere. Chi vede balenare davanti alle proprie capacità intuitive una innovazione di qualunque genere (che riguardi apparentemente solo sé…

Il buio oltre la siepe della densificazione suburbana

C’è un’idea di libertà piuttosto schematica e apparentemente indiscutibile, che si riassume con: sono libero, salvo riconoscere che la cosa si ferma davanti alla libertà altrui. In termini curiosamente immobiliari, il medesimo concetto viene riassunto nell’adagio popolare «Good fences make good neighbors», che pur riferendosi a un’idea più ampia usa proprio quella metafora fisica del…

Londra: partecipazione urbana joint venture

La critica che più spesso si attirano i progetti pubblico-privati, ha a che vedere col particolare mix che (così accusa in genere la critica) vedono la parte pubblica sobbarcarsi gran parte degli oneri, mentre i privati non rischiano nulla e incassano tutti i vantaggi dell’operazione. Anche quando coglie nel segno al 100%, questo tipo di…

Ci vuole il Settimo Cavalleggeri, contro i nimby?

Non si pretende certo che chi ha una prospettiva limitata di osservazione su un certo fenomeno o problema, debba improvvisamente e forzosamente cambiarla. E per un motivo facilmente intuibile, ovvero che tutti, nessuno escluso, hanno in un modo o nell’altro questa «prospettiva limitata»: vuoi dall’esperienza personale, vuoi dalla formazione culturale, vuoi dal ruolo occupato oggi…

Il suicidio democratico dei nimby

La sociologia dei processi e conflitti urbani ha già ampiamente descritto, in modo sistematico, il modo in cui le opposizioni locali alle trasformazioni interagiscono coi (e nei) vari livelli decisionali, e mettendone in luce l’apporto certamente positivo, in quanto espressione di un sintomo vitale di reattività dialettica. Meno chiaro, e per motivo abbastanza ovvi di…

Dubbio ambientalismo a tre teste

Comprensibile, anche logico, che chi fa politica a qualunque livello cerchi dei consensi: un po’ meno che li cerchi a qualunque costo. I paladini della tutela dell’ambiente a livello locale ad esempio, spesso devono volenti o nolenti rapportarsi a una prospettiva e visione del mondo che non esce da confini piuttosto angusti, quasi ovviamente devono…

Tempo della città, tempo della politica

In un suo celebre saggio dedicato a un particolarissimo conflitto sociale di era pre-industriale, lo storico Jacques Le Goff ci racconta la vicenda dell’introduzione degli orologi meccanici nelle torri campanarie rurali. Lo scontro qui è, per usare le sue parole, fra Tempo della Chiesa e Tempo del Mercante, cioè fra due sensibilità del tutto diverse…

Qualche differenza fra nimby e ambientalismo

L’ambientalismo in sé, nonostante le varie incrostazioni accumulate nel corso dell’ultimo secolo, non sarebbe una opzione politica vera e propria, a pensarci bene. Non lo è così come non lo sono altre cose, tipo la felicità la salute o la zia emigrata in Australia: roba santa e indiscutibile, ma che si fa opzione politica soltanto…