Assessorati e Settori Tecnici all’Emergenza Climatica

foto F. Bottini

Quando Jane Gilbert lo scorso aprile ha saputo di essere stata nominata all’incarico di responsabile per le ondate di calore alla Miami-Dade County – il primo caso negli Stati Uniti e nel mondo – non è rimasta sorpresa. Già titolare alla Resilienza per la Città di Miami, che è una delle circoscrizioni municipali comprese nella Miami-Dade County in Florida, sapeva che era arrivato il momento di accorgersi delle temperature estreme determinate dal cambiamento climatico. «Il caldo estremo è il principale killer legato al clima, ma lo si affronta come tale raramente. Finalmente oggi le città reagiscono mettendo in campo gestione e mitigazione» ci spiega Gilbert in una intervista rilasciata via email.

Prevede di affrontare le sfide poste dal caldo estremo con un metodo olistico, anziché concentrarsi soltanto sulle risposte di emergenza e le mitigazioni. In meno di un anno dalla nomina di Gibert sono quattro le altre città che hanno seguito il medesimo esempio. Nel luglio 2021, Atene, capitale della Grecia, ha delegato all’ex vicesindaca Eleni Myrivili l’incarico di responsabile per il riscaldamento. A ottobre dello stesso anno, Phoenix, Arizona, e Freetown in Sierra Leone, hanno nominato i propri funzionari al tema. Il 3 marzo 2022, a Santiago, capitale del Cile, l’urbanista Cristina Huidobro assume il ruolo di quinta responsabile per il caldo estremo. Anche Los Angeles in California, ha cominciato le procedure di istituzione del ruolo e ricerca dei candidati. Questa urgenza delle città a dotarsi di responsabili rispecchia la nuova consapevolezza del riscaldamento in tutto il mondo. Le onde di calore hanno reclamato ben 166.000 vite tra il 1998 e il 2017, secondo i calcoli della Organizzazione Mondiale della Sanità.

Costi umani in crescita così come crescono incidenza e intensità delle ondate. Secondo il Sesto Rapporto sul Cambiamento Climatico 2021: The Physical Science Basis, pubblicato dallo Intergovernmental Panel on Climate Change il 27 febbraio 2022, il 33% della popolazione mondiale sarebbe già esposto a stress da riscaldamento. E si potrebbe salire sino al 48-76% entro il 2100. «Sappiamo che la terra si riscalda e le città lo fanno più rapidamente del resto del territorio periurbano. Abbiamo rilevato fino a 10 gradi Celsius (°C) di differenza nelle temperature diurne e di 5 gradi in quelle notturne, fra Atene e la fascia esterna. Anche all’interno della città calcoliamo notevoli differenze di temperature» ci spiega la delegata Myrivili in una intervista video.

Tempi incerti

«Un responsabile delegato al riscaldamento ogni mattina si pone delle domande sul cambiamento climatico, e sul perché le città non prendano più sul serio a questione» spiega Myrivili. Quasi tutti questi chief heat officer sono entrati in carica nel momento in cui le loro amministrazioni si trovavano ad affrontare le peggiori ondate di calore in decenni. Il ritardo nell’intervenire, l’assenza di comunicazione, sono l’immagine peggiore dell’assenza di preparazione sia da parte dei decisori che dell’opinione pubblica. E di conseguenza i nuovi responsabili hanno individuato come aspetto essenziale del proprio lavoro la diffusione di consapevolezza del rischio dei picchi di calore.

Gilbert ha iniziato a sollecitare i cittadini sia attraverso i media tradizionali che il social network. Affiggendo manifesti multilingue nei luoghi pubblici, attraverso programmi scolastici integrativi estivi. Ad Atene, Myrivili prova a costruire categorie delle ondate di calore sulla base degli effetti per la salute. Ciò contribuisce a far capire a tutti il pericolo che incombe, e a chi deve decidere le politiche cosa possa essere meglio per tutelarsi. La città ha anche varato EXTREMA Global, una applicazione da telefonino che consente agli utenti di valutare i rischi in tempo reale. La delegata di Freetown per il riscaldamento, Eugenia Kargbo sta sviluppando un piano per la città. Lavora con varie parti interessate per attuare interventi che riducano gli impatti dei picchi di calore e delle isole termiche urbane. Il suo problema più impellente è quello di raccogliere dati complessivi sul tema. «Non abbiamo nessuna base per le temperature nelle zone più vulnerabili della città, informazioni che sono essenziali per qualsiasi intervento» ci scrive Kargbo in una email.

Programmi di inclusione

I delegati al riscaldamento climatico con le loro iniziative si rivolgono alla popolazione più vulnerabile. Gli eventi climatici estremi colpiscono le proprietà e gli oggetti fisici, mentre le ondate di calore se la prendono direttamente col corpo umano. «La circolazione del sangue alle temperature più elevate perde regolazione, si altera la funzionalità degli organi. Il caldo di notte non fa dormire, affatica, porta a incidenti sul lavoro» continua Myrivili. Circa un quarto della popolazione di Atene non può permettersi l’aria condizionata o altri metodi per rinfrescare. «I più colpiti sono anziani e poveri» e le fasce più vulnerabili vengono disorientate dall’assenza di sonno dall’affaticamento e ciò si riversa anche in una crescita delle violenze su donne e minori. I programmi a medio termine di Myrivili si orientano verso l’individuazione e costruzione di una rete tra i soggetti più a rischio, per assicurare alcuni servizi come la continuità energetica, così che in caso di aumento delle temperature non debbano soffrire anche di blackout.

Gilbert cerca soluzioni per la salvaguardia della salute di chi lavora all’esterno a Miami, oltre 30.000 persone che soffrono di malattie croniche a causa del caldo estremo. Sta sensibilizzando gli abitanti di tutta l’area di Miami-Dade County per il sostegno a una legge statale sulla tutela di queste fasce di lavoratori. Trae Stati USA (Oregon, California, e Stato di Washington) già hanno adottato provvedimenti del genere, che richiedono alle aziende di formare e informare sui metodi per prevenire malattie e incidenti, rendere disponibile sempre acqua sul posto di lavoro, garantire soste quando l’asticella di mercurio supera una soglia di sicurezza.

Si lavora anche su «nodi di resilienza climatica», a cui rivolgersi in caso di temperature estreme: «Un servizio di fiducia dei cittadini per rinfrescarsi, ricaricare il telefono, ricevere servizi, eventualmente informazioni e formazione sull’efficienza energetica». Miami già possiede cooling centres nei parchi e biblioteche, ma per esempio non sono dotati di impianto di emergenza in caso di blackout. Ne è stato designato uno, di questi nodi di resilienza, e aprirne altri «è la nostra priorità» spiega Gilbert. I picchi di calore sono al tempo stesso una sfida puntuale e continuativa. Reclamano ogni anno tante vite, e l’uso esagerato di sistemi di condizionamento peggiora il problema delle emissioni degli stessi gas serra che riscaldano il clima.

Scheda 1

«Un territorio sicuro alle ondate di calore ed equo»

Jane Gilbert – foto Down to Earth

JANE GILBERT – Prima delegata chief heat officer del mondo alla Miami-Dade County, Florida, USA

NOMINA: 30 aprile 2021

OBIETTIVO: Stabilire un coordinamento e migliorare i servizi di tutela contro i picchi di calore, intraprendere nuove iniziative per ridurre rischi ed effetti dello stress climatico per i gruppi più vulnerabili del territorio

COMPITI

  • Costruire consapevolezza collettiva attraverso la comunicazione su vari media, a proposito dei pericoli delle temperature estreme
  • Introdurre strumenti di azione per le amministrazioni locali ed altri enti a prevenire malattie e decessi legati al caldo
  • Individuare le fasce di popolazione maggiormente a rischio e vulnerabili e capirne i bisogni
  • Redigere un triennale Climate and Heat Health Action Plan al maggio 2022
  • Educare abitanti imprese amministrazioni su leggi e norme di sicurezza per la tutela dei lavoratori all’aria aperta
  • Varare servizi territoriali «nodi di resilienza» a cui si possa far riferimento durante i picchi di calore

Scheda 2

«Dobbiamo sensibilizzare i cittadini a prendere molto sul serio il riscaldamento»

Eleni Myrivili – foto Down to Earth

ELENI MYRIVILI – Chief heat officer ad Atene, Grecia

NOMINA: 23 luglio 2021

OBIETTIVO: Accrescere la consapevolezza della popolazione sui rischi estremi delle elevate temperature e indurre all’azione di contrasto le amministrazioni

COMPITI

  • Aumentare la consapevolezza delle ondate di calore. Costruire una metodologia che sappia unire dati meteorologici, sanitari, morbilità, mortalità, e classificare così le ondate di calore
  • Diffondere l’uso dell’app EXTREMA Global, che consente ai cittadini di valutare in tempo reale i rischi per la salute, e fornisce una mappa dei punti sicuri durante gli eventi estremi, una guida utile
  • Individuare i soggetti vulnerabili e organizzarli a rete per monitorarli
  • Isolare termicamente gli edifici e gli spazi pubblici grazie all’ombra. Utilizzare mezzi tradizionali per il rinfrescamento

Scheda 3

«Organizzare una taskforce, predisporre una mappa delle temperature in città»

Eugenia Kargbo – foto Down to Earth

EUGENIA KARGBO – Chief heat officer a Freetown, Sierra Leone

NOMINA: 26 ottobre 2021

OBIETTIVO: Sviluppare un piano per le temperature estreme, collaborare coi portatori di interessi per attuare interventi di mitigazione e ridurre lo stress da riscaldamento

COMPITI

  • Redigere un programma su quattro punti: comportamenti e comunicazione; coordinamento e rete; costruzione di una resilienza e di un sistema di regole
  • Ricostruire una mappa del riscaldamento individuando i gruppi vulnerabili e le specificità dello stress climatico a Freetown
  • Istituire una task force per la salute e sviluppare una applicazione per lanciare gli allarmi
  • Sfruttare le innovazioni tecniche (tetti raffreddanti, vie all’ombra) e la natura (piantagione di mangrovie) per incrementare la resilienza
  • Sviluppare nuove politiche, norme, leggi
  • Costruire un metodo che possa essere applicato altrove in Africa

da: Down To Earth, 1 aprile 2022 – Titolo originale: Why cities are hiring dedicated officials to prepare for extreme heat – Traduzione di Fabrizio Bottini

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