Come evitare gli incidenti in bicicletta (1896)

Quando si inizia a fare esperienza ciclistica, specie durante le primissime settimane sulle strade, si verificano a volte alcuni piccoli incidenti. Quasi sempre con pochi o niente danni per il mezzo o il ciclista, magari nulla più di qualche livido o un pedale storto, ma certe volte anche qualcosa di un po’ peggio, per la macchina e il conducente. Meglio quindi descrivere le modalità più comuni di questi incidenti, offrendo spunti su come evitarli.

Quando fu introdotta la bicicletta, i manubri erano esageratamente stretti, 30-35 centimetri al massimo. Per passaggi successivi diventarono più larghi, sino al massimo dei 70-75 centimetri nel 1890. Da allora si sono poi ridotti, e oggi si considera una larghezza adeguata quella dei 45-50 cm. Riducendo questa larghezza si è ridotta anche la dimensione delle ampie curvature, e oggi abbiamo un manubrio circa dell’ampiezza del corpo del ciclista, proteso all’indietro direttamente verso le sue braccia, considerandolo il meglio per la comodità e il controllo della sterzata.

Ma in alcuni casi, specie nelle macchine più vecchie o di bassa qualità, si installano ancora manubri del tipo più largo, e frequentemente le manopole arrivano a toccare le ginocchia quando di compie una curva brusca o stretta, col rischio di cadere. Cosa da tener sotto controllo, se si hanno manubri così ampi. Ma molto meglio ridurre la larghezza almeno ai cinquanta centimetri (o magari solo di qualche, centimetro) così che le impugnature si collochino di fronte al ciclista, anziché sui lati. Eventualmente nei negozi qualificati il manubrio si può modificare in qualunque forma, a prezzi del tutto accessibili a qualunque tasca.

Nel caso di strade bagnate o fangose, ci sarà una tendenza delle ruote a pattinare e scivolare di lato, se si procede senza attenzione. Per evitarlo, procedere con regolarità e dritti, evitando svolte brusche e i tratti più scivolosi, e attraversando eventuali tracce di pneumatici di automobili tagliandole ad angolo retto. Usare i freni rischia solo di farli scivolare e basta, su una ruota bagnata; quindi procedere tranquilli significa anche poter controllare il mezzo solo coi pedali. La ruota posteriore può anche scivolare di lato parecchi centimetri senza danni per il ciclista, quando procede prudente; ma la medesima sbandata sull’anteriore probabilmente provocherà una caduta. Ciò accade ovviamente perché lo scivolare della posteriore non interferisce con lo sterzo, mentre quando lo fa l’anteriore diventa assai difficile recuperare l’equilibrio tutto basato su quel lato della macchina.

A volte si cade perché il piede scivola sul pedale, o il corpo si sposta troppo bruscamente su un lato, compromettendo l’equilibrio. Ma se si procede a ritmo moderato, è possibile recuperare facilmente il pedale e mantenere l’equilibrio, senza cadere. A volte accade però di scivolare sul pedale in un punto sfavorevole, dove la ruota incontra qualche ostacolo prima del recupero, e la caduta diventa più probabile. Per ridurre al minimo lo scivolamento sui pedali, occorre allenare adeguatamente e regolarmente le caviglie, e distribuire bene il peso sulla pedalata, invece di concentrarlo sulla sella. Capitasse comunque di scivolare, il ciclista dovrà immediatamente raddrizzarsi usando l’altro pedale e le impugnature sul manubrio, e spingere decisamente sull’altro piede sino a recuperare l’equilibrio.

Nel caso in cui si urta un piccolo ostacolo, che sia una protuberanza o un avvallamento, c’è la tendenza a un accenno di sbandata ma si continua a procedere dritti. Ma quando si inciampa in qualcosa di più – che sia una pietra o un pezzo di legno, una buca o simili – occorre afferrare decisamente le impugnature, spostando tutto il peso sui pedali. Così facendo si scaricano moltissimo sia le ruote che il resto, evitando di cadere. Si tratta di un esercizio da tenere ben in mente e praticare assiduamente, fino ad eseguirlo senza pensarci quando per caso succede qualcosa de genere, magari di notte quando non ci si vede chiaramente. Se l’ostacolo è di dimensioni sufficienti a bloccare completamente la ruota, può capitare di essere proiettati in avanti. Qui occorre mantenere salda la presa sulle manopole e spingere, sino a toccar terra coi piedi, e si atterrerà senza alcun danno.

Su biciclette di buona qualità, è cosa assai rara che viti o bulloni si allentino, se adeguatamente montati, ma è meglio non fidarsi troppo dato che anche le cosiddette macchine di ottima qualità magari non lo sono davvero, molti non controllano che ogni parte sia eseguita a regola. Per evitare incidenti, periodicamente saggiamo le imbullonature con una pinza, e verifichiamo i freni, che funzionino perfettamente. Occorre anche ricordare che il freno non funzionerà regolarmente se la ruota è bagnata, e comportarsi di conseguenza.

Se non si hanno installati dei freni, diventa importantissimo allenare la frenata col piede, per controllare la ruota sia in rallentamento e che in arresto, o per condurre in sicurezza in discesa. Per imparare la manovra portare la punta del piede e fermarla sulla copertura, tenendo il resto della suola della scarpa sulla forcella. Provate prima su una discesa molto poco inclinata, e aumentando gradualmente la pressione, badando al tempo stesso che il piede non venga trascinato sotto l’attacco della forcella. Badate anche a evitare che inciampando in un tratto irregolare, o in un fossetto di scolo, il piede non sia fatto rimbalzare via dalla copertura salvo poi tornarci troppo bruscamente, bloccando di colpo, o di nuovo trascinato sotto la forcella. Quella col piede è una frenata efficacissima, ma si deve effettuare con molta cautela, e freddezza, specie sulle pendenze più ripide.

Procedere di slancio in discesa può essere molto divertente, ma provoca spesso incidenti anche gravi. Su un percorso rettilineo e non troppo in pendenza, con una buona superficie stradale e senza traffico, c’è un buon margine di sicurezza se si sta attenti; ma quando non si vede chiaramente la fine della discesa, se la pendenza è forte, il fondo sconnesso o sabbioso, ci sono veicoli, è pericoloso e si deve evitare, o al massimo scendere col freno tirato e la bicicletta completamente sotto controllo. In ogni caso, badare attentamente ad ogni incrocio, dato che potrebbero spuntare improvvisi dei veicoli in entrata, molto pericolosi. E che si pedali o si proceda di slancio in discesa, badare attentamente agli eventuali veicoli che si trovano davanti, dato che molto probabilmente si fermeranno o rallenteranno all’improvviso, in corrispondenza di qualche slargo o strada laterale. Sempre meglio non affiancarsi agli incroci, almeno finché non si è assolutamente sicuri che non stia per svoltare.

Il ciclista deve rispettare tutte le regole della strada, e non provocare disastri né grossi spaventi e diffidenza ignorandole. Molto spesso i gruppi di ciclisti si dividono sia superando veicoli che incrociandone, rischiando di spaventare i cavalli e aumentare la probabilità di qualche collisione. In caso di scontro tra due biciclette, va ricordato che a parità di macchina è l’investitore a subire meno danni, quindi quando capite che non si può proprio evitare, val la pena se possibile diventare l’investitore, o quantomeno provare a dividere equamente il colpo.

Ci vogliono alcuno mesi di allenamento in sella per abituarsi alle varie situazioni che si incontreranno, e per imparare tutte le particolarità sentendosi del tutto a proprio agio. Ed è probabilmente proprio questo ultimo aspetto a giocare un ruolo chiave per evitare fastidi e incidenti. Importantissimo che la macchina sia a punto, ciascuna parte ben regolata. Verificato questo, serve una pratica costante per farla diventare come un prolungamento del ciclista stesso. Non rischiare mai di azzardarsi in qualcosa solo perché ci sono altri che sembrano riuscirci facilmente: tutto diventa facile ed elegante, una volta imparato a puntino, ma arrivarci richiede cautela, tempo, pratica costante. Buona regola è sempre evitare la fretta nell’imparare qualunque nuova cosa nel ciclismo, non prendersi sciocchi rischi, non fare bravate e spericolatezze.

Ma d’altro canto evitate anche di esagerare con le paure per difficoltà e pericoli immaginari, non superate fasi prima di esserci arrivati. Soprattutto, evitate di pensare di riuscire a fare qualcosa solo perché quella cosa ci rende nervosi davanti al primo tentativo. Tutto nella bicicletta in realtà è molto più facile di quanto non appaia. Non rinunciate solo perché vi sembra manchi spazio, state attenti, mantenete la calma, e vedrete che le ruote andranno dritte da sole fino a portarvi dove volete. Ottima cosa anche i fermapiedi sui pedali, specie nei punti più accidentati, ma attenti a non farli interferire con un adeguato movimento delle caviglie.

Da: Cycling for Health and Pleasure – An Indispensable Guide to the Successful Use of the Wheel, Dodd, Mead & Co. New York 1896 – Estratto Cap. IV – Traduzione di Fabrizio Bottini

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