Congestione da traffico: qualche spunto per intervenire

Partiamo dalla raccomandazione di un approccio equilibrato e articolato, per ridurre la congestione da traffico, che comprenda sempre molti ambiti: politiche, programmi, progetti, flessibilità, scelte, ricerche. Perché è chiaro che anche cospicue risorse investite sinora non hanno saputo dare risultati soddisfacenti, visto che le regioni urbane hanno comunque molti più problemi di quanti ne vorrebbero, tra congestione, stato delle strade, ponti, efficienza dei trasporti pubblici.Ma qual’è la soluzione giusta per un certo problema? La risposta sta tutta in una parola: contesto. Ovvero che esiste una soluzione che funziona in un certo posto in un certo momento, e che al tempo stesso può essere la peggiore in un altro caso. Chiunque vi indichi una soluzione ideale alla congestione, da applicare e mettere in campo ovunque (o in tantissimi casi) sta davvero al minimo esagerando l’efficacia di quell’idea.

Certi interventi richiedono che la situazione peggiori ancora prima di diventare efficaci, e altri sono invece utili soprattutto come prevenzione, prima che il problema diventi davvero grosso. Esiste sempre l’utilità di offrire più possibilità di scelta e di incrementare l’efficienza complessiva, con effetti anche notevoli in efficacia. Ma, soprattutto nelle regioni urbane in crescita, non risolveranno mai i problemi della mobilità urbana. Settore privato, operatori di mercato, norme e leggi, tutti svolgono una funzione. In certe città si investe nelle trasformazioni centrali con una buona offerta insieme di posti di lavoro e abitazioni, ma difficilmente così si governano tendenze in sviluppo a scala metropolitana. Moltissime amministrazioni hanno varato sistemi normativi che favoriscono la centralizzazione anziché la suburbanizzazione. E se volette una rassegna più completa e articolata delle tante soluzioni possibili e dei casi in cui si sono applicate la trovate in How To Fix Congestion . Chiarito che nessuna soluzione funziona da sole a in ogni caso, ecco comunque un breve elenco di quelle che hanno un ruolo nel comporre via via l’equilibrio adeguato degli interventi per ciascun caso.

  • Trarre il massimo profitto da quel che già si ha a disposizione seguendo il vecchio adagio «Poca spesa tanta resa». Esistono tanti interventi a bassissimo costo sempre facilmente accettati dal pubblico e che si possono mettere in campo prontamente. Ma richiedono pensare in modo innovativo, tecniche di controllo e verifica dei risultati, organizzazione del personale, continui adeguamenti. Però alla fine il metodo paga, in termini di una mobilità più scorrevole affidabile e sicura. La rimozione veloce dei rottami da incidenti, la rimodulazione dei tempi dei semafori per far passare chi ne ha più bisogno, sono alcune delle azioni più semplici. Ce ne sono di più complesse, come la sostituzione con semafori intelligenti in grado di adeguarsi via via a diversi flussi di traffico e ridurre il rischio di incidenti, o tecnologie di comunicazione tra gli utenti e i gestori della rete di comunicazione.
  • Mettere a disposizione varie possibilità di scelta, ovvero «personalizzare gli spostamenti», con offerta di diversi percorsi, momenti di partenza e arrivo, mezzo di trasporto o se disponibili corsie preferenziali a pagamento. Si tratta di possibilità che consentono a utenti e gestori di avvicinare domanda e offerta di mobilità. Esistono parecchie fonti di informazione sui tempi di spostamento, localizzazione di blocchi e incidenti, affollamento, tempi di percorrenza. Conta anche la disponibilità a cambiare gli orari di lavoro in modo da evitare le classiche ore di punta, quindi tempi di lavoro flessibili, collegamento internet o telefonico, adeguamento degli orari di lavoro ai tempi della famiglia. Si è anche rilevato come le imprese godano di incrementi di produttività quando vengono introdotti questi cambiamenti, specie riguardo alle necessità delle famiglie.
  • Investire nella capacità di alcuni corridoi, «si aggiunge là». La crescita di mobilità di persone e merci richiede strutture, nuove o rafforzate. Ed è nei corridoi principali delle regioni urbane che si può intervenire con più strade o corsie o linee di trasporti pubblici, o treni e autobus di maggiore capacità. Parte dello «aggiungere» può riguardare anche ambiti innovativi come i veicoli a guida autonoma o automatizzati: auto, camion, autobus comunicanti tra loro e coi gestori di rete, a ridurre rischio di incidenti e congestione.
  • Diversificare gli sviluppi insediativi, perché è vero che «Tutti vogliono abitare a (compilare la casella desiderata)» e ciò succede dappertutto. Però non esiste una tendenza univoca, il mercato è molto diversificato così come lo sono le culture, le economie, le società. Il «mercato reale» comprende comunque insediamenti densi con un misto di abitazioni posti di lavoro e servizi (dove ci si può spostare anche in mobilità dolce per destinazioni relativamente prossime), altri a densità media dove convivono case unifamiliari e multifamiliari, e infine le classiche forme suburbane dove residenza e altri usi sono comunque separati e distanti. Mantenere gli stili di vita senza per questo provocare congestione, in ciascuno dei casi, fa parte degli obiettivi di un intervento sulla mobilità. Riconoscere che l’organizzazione dello spazio è il risultato di libere scelte delle famiglie, per esempio per la qualità delle scuole per i più giovani, consente di modulare adeguatamente anche le politiche sulla mobilità.
  • Anche il progresso tecnologico rappresenta in sé una soluzione. Certo non dobbiamo ragionare in «Stile Pronipoti» come quando nel cartone animato si trovava la soluzione tecnica perfetta per tutto, abbiamo imparato che quelle innovazioni che fioccano ogni settimana non rivoluzioneranno come promettono la mobilità urbana. Per scrivere questo rapporto abbiamo sfruttato anche dati raccolti direttamente dagli utenti, e un mondo sempre più connesso offre sempre più possibilità di comprendere e intervenire sugli spostamenti delle persone, delle merci, i metodi di elaborazione dei dati. I veicoli connessi che dialogano tra loro, la segnaletica interattiva e altri sistemi, il fatto che le informazioni arrivino in tempo reale ai decisori, forniscono strumenti straordinari di individuazione e soluzione dei problemi. Esistono veicoli che si adeguano all’ambiente, crescono la sicurezza e l’efficienza nello spostare merci e persone. Tecnologie varie, dallo Internet delle Cose, alla stampa 3D, all’Intelligenza Artificiale avranno forti effetti sulla mobilità del futuro. Risolveranno anche problemi che sin qui non abbiamo neppure intravisto? Im parecchi casi, probabilmente si, ma di nuovo la chiave di lettura giusta è di collocare tutto nel contesto, e seguire passo passo le evoluzioni.
  • Fanno parte delle possibili soluzioni anche le aspettative realistiche per il futuro. A partire dal fatto che le grandi aree urbane resteranno congestionate. Alcuni luoghi centrali saranno pure congestionati. E spesso pare assai più urgente risolvere altri problemi urbani investendo lì le risorse disponibili, anziché affrontare la mobilità e la congestione come se fossero comunque la priorità. Abbiamo disponibili casi studio, metodi analitici, dati, per elaborare strategie e controllare i risultati della loro applicazione.

Da: Urban Mobility Report 2019 – Estratti e traduzione a cura di Fabrizio Bottini. Sul medesimo rapporto Texas Transportation Institutesi vedano le osservazioni relative alla dispersione dal sito City Lab: Bruce Schaller, What Urban Sprawl Is Really Doing to Your Commute

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