… e cammina cammina, arrivarono in città (o no?)

Spesso critici letterari e non dividono la fantascienza secondo due categorie: quella degli sviluppi davvero coerenti e anticipatori, e quella quasi caricaturale che infila a forza delle innovazioni senza cambiare davvero il contesto. Mentre invece quello cambia eccome, anche quando non si era per nulla previsto, o non si vuole affatto riconoscere il turbine di…

Diciamocelo: è la bicicletta che ucciderà il pianeta!

Pare certamente positivo che, in fondo seguendo virtuosamente e per l’ennesima volta l’intuizione di Jane Jacobs e non solo, l’interesse a proposito delle città si sia spostato abbastanza chiaramente da un approccio monolitico sulle immobili pietre (in senso lato, ovvero tutto ciò che interessa quasi solo architetti e ingegneri), giusto con qualche propaggine economica-sociale, a…

L’essere umano al centro della mobilità urbana

A volte gli elenchi sono obbligati, e come si sa negli elenchi in qualche modo c’è sempre qualcosa al primo punto, e poi al secondo eccetera, tecnicamente funziona così. Però assai meno tecnicamente si stabiliscono delle gerarchie, degli ordini di importanza, ed è avvenuto e avviene nelle funzioni urbane coi loro obiettivi e qualità spaziali.…

La privatizzazione virtuale di spazi e flussi

Cosa occorre per far sì che si sviluppi e prosperi una mobilità urbana ciclabile? I pareri paiono universalmente abbastanza concordi su questo punto, per esempio per quanto riguarda le infrastrutture necessarie, che certamente ci devono essere, efficienti, ma non pietrificate su un unico modello, perché non c’è un ambiente unico e identico, non c’è produzione…

La bicicletta vista da fuori

Bruttissima cosa perdere, seppur temporaneamente, l’uso di un braccio. Ci sono cose considerate del tutto banali e scontate, che all’improvviso diventano impossibili, o praticabili soltanto in modo lento, tortuoso, a dir poco sommario. Nel mio caso, dopo la slogatura della spalla sinistra appartengono al regno del difficilmente praticabile (e con un po’ di dolore che…

Stili di vita, modelli urbanistici, buon senso

A volte, anzi a bene vedere piuttosto spesso, anche le migliori (e celebrate) idee, i modelli ideali, si dimostrano poco adatti alla nostra imperfetta valle di lacrime, ovvero non funzionano affatto come dovrebbero in teoria sulla carta. Davanti al palese fallimento della loro applicazione pratica, si pone l’alternativa: negare l’evidenza, oppure provare a rifletterci sopra…

Mobilità dolce e lavoro metropolitano

Spesso i teorici della città terzo millennio ribadiscono come il futuro delle economie locali stia nella conoscenza, meglio ancora se nella conoscenza di secondo grado, quella che produce idee in grado di riprodursi in idee di gerarchia inferiore, e così via. Forse è anche giusto rispondere così alle indirette aggressioni dei tradizionalisti dello sviluppo che…

Sant’Ambrogio, ciclista mogio mogio

Partire è un po’ morire, soprattutto quando si parte nell’inquinamento invernale della padania felix. Ma, come ci avvertono i destri di ogni schieramento politico ormai da generazioni, bisogna conciliare le esigenze ambientali con quelle dello sviluppo. Il che detto in altre parole, si traduce con: partire è sempre più morire. Ogni anno che passa, si replica l’eterna,…

Il Codice dell’Apartheid automobilistico

In tutti i casi storici (e geografici) in cui si è discusso di organizzazione stradale, prima o poi la questione è saltata all’ordine del giorno: dobbiamo lasciare le alberature dei grandi viali, oppure sono pregiudizievoli per la sicurezza? Basta guardare la questione da un’altra parte, e si inizia a intuire sino a che punto siamo…