Verde urbano low-cost

foto F. Bottini

Quando a Hayward, California, si è iniziato a progettare un parco lineare da un chilometro e mezzo nell’agosto del 2020, questa amministrazione dell’area della Baia si è trovata di fronte una quantità di quasi insormontabili problemi. Il luogo a disposizione non era proprio entusiasmante: una striscia laterale a una grande arteria stradale, Mission Boulevard, ingombra di rifiuti, con qualche rado alberello e poco illuminata. E un bilancio a disposizione davvero minuscolo, due milioni di dollari ovvero circa otto dollari al metro quadrato, quando per progetti del genere i soldi necessari sono di solito quasi dieci volte tanto. Per fare un paragone ancora più drastico: una striscia lunga così di un altro celebratissimo parco lineare, la High Line a New York City, dieci anni fa era costata centocinquanta milioni. Michelle Koo, landscape architect dell’ufficio cittadino, considerava quel progetto una missione impossibile: «Come si fa a costruire un parco con così pochi soldi per tutta quella superficie? Il bilancio non copriva affatto le spese e pareva che non ce l’avremmo fatta mai». Facendo i conti di solito di solito si prova almeno a pensare: «Piante più piccole, materiali economici, ambizioni modeste» riassume Tyler Jones-Powell, progettista associato di Surfacedesign studio di San Francisco incaricato. Ma qui c’era poco da risparmiare.

E così si è provato un approccio creativo — «con le buone o con le cattive» lo definisce il fondatore dello studio James Lord — per quel progetto. Ovvero usare specie assolutamente locali come l’oleandro o recuperare materiali da macerie e discariche urbane. Per le panchine ad esempio si sono inseguite le squadre dei potatori per tutta Hayward e raccolti alberi caduti. Lastre di cemento recuperate da cantieri, fatte a pezzi e messe a lastricato; altre vecchie panchine raccolte per la città riciclate e riverniciate. Alla fine si è arrivati all’inaugurazione nel marzo 2023 dopo dieci mesi si lavori, e il risultato non pare quello di un bilancio così magro: una striscia di fascia stradale dove in media si passava a settanta all’ora adesso li fa rallentare gli automobilisti, traboccante di fioriture e ricca di spazi di relazione. «La risposta sta nel cambiare e interpretare le aspettative delle persone su cosa sia un parco – spiega Lord – il che non vuol dire cambiare oggetto ma il nostro modo di pensarlo».

Questo modo di realizzare ai minimi termini il parco di Mission Boulevard può servire come modello per qualunque ufficio municipale degli USA che si trovi davanti a costi impossibili, specie dopo che nell’epoca della pandemia questo tipo di spazi pubblici ha riaffermato la propria importanza e popolarità. Tutti i materiali necessari, dalle parti metalliche alle componenti dei parchi gioco, asfalto, servizi igienici, alberi, hanno visto impennarsi i prezzi in linea con l’inflazione oltre che col rarefarsi dell’offerta durante la malattia e l’interruzione delle filiere di fornitura, obbligando le amministrazioni a ripensarci e cambiare i bilanci. Parchi e altre zone per il tempo libero hanno costi altamente variabili, a seconda della posizione e tipo. Ma in qualunque caso tutto aumenta.

«Abbiamo in ballo dieci progetti al momento e mi tremano i polsi all’idea di cosa possa succedere» commenta Chris Nunes, coordinatore degli uffici nella piccola circoscrizione The Woodlands Township in Texas, un «villaggio in stile New Town» a nord di Houston fatto di nuclei edificati tutti collegati da una rete di 130 parchi e giardini. Secondo Nunes il suo ufficio per il verde ha visto i costi salire del 50% dal 2020, e i tempi lunghi degli interventi pubblici qui vogliono dire che prima ancora di aprire un cantiere si vedono i bilanci iniziali sempre più risicati, la necessità di arrivare a compromessi e scelte difficili. «La sfida è dire si quando vorresti proprio dire di no davanti a un progetto: cosa è effettivamente sostenibile, realizzabile? È commisurato ai bilanci del tuo ufficio?».

La «tempesta perfetta» delle nuove economie

Il bisogno di nuovo verde urbano e non a livello nazionale cresce mano mano le ricerche nel confermano i vantaggi sanitari e psicologici per gli utenti, e con le nuove funzioni legate al cambiamento climatico di ombreggiatura e diminuzione delle temperature. Le questioni distributive e sociali appaiono evidenti soprattutto nelle zone a redditi bassi, sia urbane che rurali, specie a presenza predominante nera, dove si registra una accessibilità al verde inferiore fino al 40%. Se nelle zone più ricche la progettazione e realizzazione di spazi verdi può approfittare anche di fondi privati, è difficile trovare capitali interessati per le aree a parco in quelle povere. Ma è proprio lì che la necessità è più acuta.

Complessivamente i vari enti parco degli Stati Uniti hanno un arretrato di 16,5 milioni di dollari di manutenzione secondo i calcoli della National Recreation and Park Association. Un problema sedimentato visto che il sottofinanziamento del settore è cronico» commenta Bianca Shulaker, direttrice del programma 10-Minute Walk al Trust for Public Land (TPL). «I bilanci delle città sul verde da troppo tempo non vengono aggiornati». I costi elevatissimi dell’acquisizione di terreni rendono difficile ampliare le reti dei parchi verso i quartieri periferici che ne sono ancora privi. E gli ultimi tentativi di investimento paiono piuttosto contraddittori: la responsabile di TPL per strategie e innovazione Linda Hwang sostiene che gli investimenti in verde delle prime 100 città americane hanno recuperato i tagli della breve epoca Covid e pareggiato l’inflazione. Ma sono molti i funzionari che continuano a lamentare l’impennarsi della spesa e la fine dei finanziamenti federali.

«Dal Covid crescono domanda e consapevolezza di spazi pubblici e verde, ma c’è anche la tempesta perfetta dell’impennarsi dei costi di gestione, coi bilanci sempre più stretti» spiega Michael Kirschman, direttore ufficio verde a Virginia Beach, Virginia. La città ha sfruttato circa 30 milioni di finanziamenti federali per riqualificazioni e manutenzioni di verde urbano esistente, ma non ha investito in allargamento delle superfici allestite I costi di costruzione sono aumentati del 35% calcola Kirschman.

Aggiungiamo a quella tempesta perfetta gli effetti del clima estremo. Il verde urbano è uno strumento prezioso per contrastare il cambiamento, tra superfici che assorbono e alberi che metabolizzano anidride carbonica. Ma il verde è anche vulnerabile agli effetti del cambiamento. La tempesta Sandy ha abbattuto circa 10.000 alberi a New York City, per esempio, con un costo di 800 milioni per i parchi cittadini. Per rendere gli spazi verdi più resilienti, resistenti a siccità o inondazioni, con più strutture di drenaggio o barriere alle esondazioni, magari con espropri di terreni ed eventuali spostamenti di infrastrutture, ci vogliono tante altre risorse.

Scorciatoie a buon mercato

Per aggiungere brevi manu spazi verdi pubblici a budget risicato, Trust for Public Land e altri consigliano prima di tutto di cercare superfici di proprietà municipale poso usate. Per esempio i campi gioco delle scuole, normalmente asfaltati e recintati inaccessibili ai quartieri, si possono facilmente trasformare in parchi pubblici aperti oltre l’orario scolastico. Nel 2022, l’hanno fatto oltre settanta grandi amministrazioni locali del paese. A New York City, si provano a cambiare le norme sugli spazi privati a gestione pubblica POPS (privately operated public spaces). Un prodotto collaterale dell’applicazione delle regole di azzonamento urbanistico: in cambio di concessioni sulle altezza e altre caratteristiche degli edifici, la proprietà concede accesso e manutenzione a cortili piazze oggi spesso inaccessibili e in pessimo stato.

Trust for Public Land sostiene tutte queste riforme regolamentari in grado di consentire parchi urbani. Migliorando i casi di POPS esistenti e la ricerca di nuove superfici da parte di uffici pubblici diversi da quello del verde municipale. Possono contribuire anche risorse federali per esempio recuperando fasce autostradali o industriali dismesse, che si trovano spesso nei quartieri a reddito più basso. Si possono così addirittura sostenere nuovi insediamenti con più adeguati servizi a verde. Dallas, Texas, ha lavorato in modo eccezionale allargando sia la superficie a parco che l’accessibilità ad altre, specie in quel tipo di quartieri, ricorda Schulaker. Le collaborazioni pubblico private — che come abbiamo ricordato sostengono celebrati progetti come ls High Line o il parco “galleggiante” Little Island a New York City — sono certo discutibili ma spesso efficaci ricorda Hwang. La catena commerciale REI ha annunciato recentemente la propria iniziativa chiamata Outside in 5 che finanzia parchi in tutto il paese a partire da un progetto da 600.000 dollari ad Anacostia Park, Washington D.C., su tre anni. Ci spiega Hwang che non si tratta di un investimento di immagine per qualcosa di molto visibile a cui tagliare il nastro, ma di manutenzioni come quelle dei bagni pubblici.

«[REI] si è associata ai cittadini di Friends of Anacostia Park» ovvero un ente senza scopo di lucro per un verde in un quartiere nero assediato oggi dalla gentrification. «La storia del parco coincide sinora con quella di una comunità tagliata fuori dalle decisioni – continua Hwang – si cercadi sostenere e dare visibilità a chi cerca di migliorare le condizioni locali». Il ruolo socio sanitario e di pubblica sicurezza del verde favorisce anche l’accesso a finanziamenti diversi. Secondo recenti ricerche di Lincoln Larson, professore associato al Dipartimento Verde Tempo Libero e Turismo della NC State University, esiste verificata in 300 città americane una proporzionalità inversa tra disponibilità di verde accessibile e criminalità violenta contro le persone e la proprietà. «Se guardiamo a come vengono descritti i parchi e giardini sui media, sembrano sempre luoghi privilegiati dei delitti e discariche di cadaveri» spiega Larson. «Così la percezione del pubblico ne esce negativa quanto alla sicurezza. Ma la realtà è diversa: se i parchi sono ben concepiti e mantenuti prevengono i reati». Ma man mano cresce la consapevolezza del valore del verde urbano, i pubblici amministratori dovrebbero anche capire come i bilanci non possano continuare ad assottigliarsi così. In certi casi non si tratta neppure di investimenti costosi: si può incrementare l’utenza senza grossi costi capitali.

Sviluppando le proprie analisi lo studio di landscape Surfacedesign ha rilevato quanto i cittadini di Hayward usassero la striscia verde di Mission Boulevard per correre o portare a passeggio il cane; nonostante i pochissimi soldi spesi per sistemarlo, si era riusciti a farlo diventare un luogo molto apprezzato dalle famiglie e dal quartiere, in grado di ospitare occasioni socialicome un compleanno di bambini, solo dopo poche settimane dall’inaugurazione.«Ci lavoriamo tutti e abbiamo questa senso di gratificazione professionale, vediamo le persone sorrider – osserva Kirschman – ma sappiamo anche come non si sia davvero risposto a tutti i bisogni. Ci sommergono di domande per tanti servizi: dal campo da gioco ad altre strutture. Perché non le facciamo? Perché non ci sono più soldi ecco perché».

da: Bloomberg CityLab, 5 ottobre 2023; Titolo originale: The Quest for the Low-Budget Park – Traduzione di Fabrizio Bottini

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