Progetto per il Central Park di New York (1858)

Il terreno destinato al Parco è molto chiaramente suddiviso in due parti quasi eguali che, per comodità, possiamo chiamare il parco superiore e il parco inferiore.

Il Parco Superiore – Le linee orizzontali del parco superiore sono audacemente ondulate, le pendenze hanno grande respiro ovunque. Si tratta delle caratteristiche decisamente ideali per un parco, in qualunque circostanza, perché in netto contrasto con le linee chiuse e formalizzate della città, ed è auspicabile interferire il meno possibile con esse. Devono quindi essere evitati sia un tipo di organizzazione formale del verde, che effetti architettonici, perlomeno su grande scala.

Il Parco Inferiore – Il parco inferiore è di gran lunga più eterogeneo quanto a caratteri, e richiede interventi più differenziati. Elemento più importante del paesaggio, la lunga altura rocciosa che sta a sud del Reservoir. Dato che oltre questo punto non sembrano esserci importanti caratteristiche naturali di effetto simile sull’ambiente, sarà importante concentrare tutta l’attenzione possibile su questo versante, pensare a punti di sosta e contemplazione nelle zone alte sul lato opposto, trattare i confini laterali del Parco nei suoi pressi nel modo più discreto. La parti centrale e occidentale del Parco inferiore sono terreni irregolarmente piani; quella orientale si compone su una serie di aggraziate ondulazioni, che indicano la possibilità di un trattamento a prato, o giardino. All’estremità meridionale troviamo zone alluvionali a pascolo; ma i caratteri generali del terreno sono mossi, ed esistono parecchie decise emergenze rocciose che contribuiscono a conferire personalità a questa parte della composizione. Queste le indicazioni generali emerse dalla nostra ricognizione.

Le strade trasversali

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Le indicazioni richiedono quattro vie trasversali. Ciascuna di esse sarà una via di comunicazione fra un lato e l’altro della città, su una distanza eguale a quella fra Chambers Street e Canal Street. Saranno grandi arterie affollate, niente da spartire col parco vero e proprio, un ambiente del tutto diverso dalle sensazioni che vogliamo il parco evochi. Non sarà possibile applicare ad esse le correnti norme regolamentari di vigilanza dei parchi pubblici. Dovranno essere aperte continuamente a tutti i traffici legittimi della città, carri dei carbonai, dei macellai, della terra e del letame; le useranno le compagnie tranviarie, facendo correre su di esse le proprie macchine, suonando la campanella con frenetico zelo l’una all’altra; signore e invalidi avranno bisogno di un aiuto particolare da parte della polizia per attraversarle, come accade nella parte meridionale di Broadway. Per otto volte ad ogni giro del parco, obbligheranno chi lo percorre per piacere in carrozza o a passeggio a incrociare una torbida corrente di ruvido traffico, che si sposta costantemente ad angolo retto rispetto all’orientamento del parco.

Le vie trasversali dovranno anche restare sempre aperte, mentre il parco vero e proprio sarà chiuso a tutte le attività dopo il tramonto; dato che l’esperienza ha dimostrato come anche a Londra, col suo mirabile servizio di Polizia, non è possibile assicurare l’attraversamento pubblico di grandi spazi aperti dopo che è caduta la sera.
Queste grandi arterie dovranno essere ben illuminate sui lati; e per contenere i malfattori che cercano di sfuggire alla polizia rifugiandosi nell’oscurità del parco, saranno necessarie solide recinzioni, alte due o tre metri. Passa un’arteria del genere attraverso il Regent’s Park di Londra, al Giardino Zoologico. Ha il difetto che la recinzione, coi necessari cancelli in corrispondenza dei viali e altri percorsi del parco, non solo è di grande impaccio, ma è elemento sgradevole nel paesaggio.
A evitare un simile sfregio, un’altra strada importante, che attraversa il giardino delle Tuileries, viene chiusa di notte con cancelli ai veicoli, obbligando tutti coloro che la userebbero a lunghe deviazioni sulla sinistra o sulla destra.

Il nostro progetto
Nel nostro piano ciascuna delle strade trasversali sarà ribassata molto al di sotto del livello generale dei percorsi del parco, e in tutti i punti in cui è necessario un incrocio, essi le scavalcano, senza alcuna vistosa sopraelevazione, o deviazione rispetto all’orientamento più gradevole. I margini su ciascun lato saranno murati per l’altezza di circa due metri, costituendo così la barriera protettiva richiesta dalle esigenze di polizia; un adeguato arredo a verde del culmine e della scarpata di questi margini, nasconderà quasi completamente le strade e i veicoli che le percorrono alla vista di chi percorre il parco a piedi o in carrozza.

Strade trasversali a livello
Dopo aver pensato i percorsi del parco in modo adatto a queste vedute, abbiamo trovate altre tre strade di attraversamento abbastanza diretto. Offriranno un modo di attraversare il parco a tutti i veicoli delle categorie che sarà ritenuto adeguato ammettere, come carrozze leggere e altri privati; quindi saranno a disposizione sette strade trasversali da utilizzarsi nelle ore diurne. Le quattro saranno ampiamente sufficienti per il traffico di attraversamento notturno, ma non è certo che bastino durante il giorno.
Al momento non si propone che il parco vero e proprio venga illuminato, di notte, anche se val la pena considerare se i vantaggi che offre in quanto passeggiata non possano essere in qualche modo sfruttati anche di sera.

Le norme che regolano l’ampiezza della Fifth Avenue, consentono uno spazio di quattro metri e mezzo su ciascun lato, al netto di carreggiata e marciapiede; di conseguenza su questo lato del parco e per l’intera lunghezza è già disponibile per il passeggio una larghezza di nove metri. Probabilmente anche sulla Ottava Avenue sarà possibile un’organizzazione simile, dato che non ci sarà occasione di orientare i veicoli verso il lato parco della strada, risulta fattibile spostare i binari accosto ai margini della passeggiata, lasciando così spazio libero per i carri sul lato degli edifici, e rendendo più comodo e pulito l’accesso al parco.
Sul margine meridionale non è auspicabile ridurre la larghezza, già moderata, della carreggiata. Resta comunque aperta la questione se, essendo sia strada che il parco in realtà di un unico proprietario – la Città – la via non possa essere organizzata in modi simili. Vista la posizione, col tempo potrebbe diventare piuttosto affollata di traffico, e dover quindi essere allargata per questo unico motivo.

Organizzazione dei margini
A nascondere gli edifici sul lato opposto della strada dal parco, e ad assicurare una linea orizzontale ombreggiata, si propone, come indica la carta, un filare di alberature lungo tutto il margine esterno del parco, tra marciapiede e carreggiata. Avvicinandosi agli ingressi della Quinta e Ottava Avenue, questa linea di alberi lungo la 59° Strada appare evidente alla vista, e avrebbe un ottimo effetto se la strada venisse allargata; ma se si lascia la 59° stretta, temiamo sia difficile evitare che qui i margini del Parco possano assumere un aspetto angusto, e in qualche modo minaccioso. Di conseguenza, abbiamo ritenuto adeguato nel progetto assumere vantaggi e praticabilità di questo tipo di organizzazione; comunque, se anche non si realizzasse, si comprende facilmente che non si tratta di una componente essenziale del piano.

Nel tratto originariamente previsto a marciapiede sul lato parco delle strade, ci sarà comunque spazio per il filare di alberi così come l’abbiamo proposto. Non si deve comunque rinunciare in nessun caso allo sviluppo continuo del passeggio sull’esterno, anche se non può essere reso in ogni sua parte ampio così come abbiamo proposto. In molti punti, e per tratti abbastanza lunghi, formerà un terrazzo sopraelevato, con ampie vedute sul Parco, fra le più significative; un semplice muro di parapetto, alto circa un metro o poco più, sarà in questi casi sufficiente sia alla sicurezza di chi passeggia, sia a proteggere il Parco dagli intrusi.
Il punto di avvicinamento migliore al parco dalla città è certamente sulla Fifth Avenue, e si intuisce immediatamente che l’entrata debba avvenire da questa strada.

La carreggiata è posta ad un livello così elevato che sarà necessario lavorare molto a colmare il dislivello ed evitare una discesa troppo brusca; ma una volta superata questa difficoltà, il terreno che si trova oltre offre grandi vantaggi per un ingresso monumentale al parco. Una grande roccia, posta in questo spazio progettato, offre un elemento di dimensioni sufficienti a catturare l’attenzione, e al tempo stesso a ridurre i caratteri artificiali a ruolo minore. Se poi ci poniamo sulla parte piana della roccia (un poco più a nord del grande albero di ciliegio), vediamo che c’è un’altra altura rocciosa a breve distanza, nella direzione che imboccherebbe spontaneamente qualunque visitatore del Parco: vale a dire verso il suo centro.

Che può essere raggiunto facilmente alzando di poco il terreno intermedio; poi curvando sulla destra, la conformazione naturale della superficie offre una facile salita verso un piccolo altopiano (una decina di metri a ovest della polveriera), collegato direttamente all’ampia zona pianeggiante che occupa il centro della sezione meridionale del Parco.
Da questo plateau (ora occupato principalmente dai vivai) verso il nord si ha una veduta su quasi tutto il Parco, fino al Reservoir, e guardando a sud e ovest si intuiscono i percorsi di avvicinamento da quelle direzioni, il che indica un punto adatto per concentrare tutti i viali dalla parte bassa della città verso l’interno del Parco.

La Avenue
Vista Rock, punto più importante nel paesaggio del parco meridionale, qui appare evidente alla vista, e fortunatamente da una direzione diagonale alle linee di confine, dalle quali è auspicabile distogliere l’attenzione in ogni modo possibile. Accettiamo dunque questa linea visuale come sufficiente ad offrire un riferimento da cui partire. Nonostante la nostra contrarietà di massima al principio di organizzazione simmetrica delle alberature, lo consideriamo un carattere essenziale in un parco metropolitano, che deve contenere una grande promenade, piana spaziosa e molto ombreggiata. Un risultato che può essere ottenuto completamente soltanto in questo viale, che contiene molti degli elementi di magnificenza e grandiosità che devono rappresentare caratteri essenziali nell’organizzazione di qualunque grande parco.

I caratteri topografici del Parco sono talmente vari, suggestivi dal punto di vista naturale, pittoreschi, con caratteristiche tanto particolari, che sarebbe contrario a qualunque buon senso fare della avenue il suo elemento portante, o occupare spazi maggiori per questo specifico scopo. Deve inserirsi nello schema generale, se esso deve adeguarsi alla configurazione del terreno, e abbiamo dunque pensato che per quanto possibile debba essere completo in sé, non diventare una parte di alcuna delle direttrici principali. Non si ha alcun effetto di dignità nel percorrere un viale di circa mezzo chilometro, a meno che esso non conduca, diventandone un prolungamento, a qualche grande struttura architettonica, che essa, non il viale, sarà l’elemento di interesse.

La Promenade
Guardiamo dunque al nostro viale alla luce di una struttura artificiale di proporzioni dimensionate su quelle del parco, e nel nostro schema intendiamo che essa potrebbe occupare la medesima posizione di relativa importanza, nel piano generale, che occupa la residenza in un parco privato. L’importanza giustamente attribuita al ruolo della residenza del proprietario anche nelle più vaste tenute private, non trova corrispondenza nei parchi pubblici, anche nei più piccoli, dunque riteniamo che nell’interesse del frequentatore, che nella migliore delle accezioni è il vero proprietario, ci si debba concentrare sui caratteri di bellezza naturale anziché artificiale.

Si possono realizzare in modo adeguato edifici eleganti per tutte le funzioni desiderabili, in un parco pubblico; ma siamo dell’idea che tali strutture architettoniche debbano essere dichiaratamente asservite al quadro generale. Deve esserci il parco vero e proprio al centro dell’interesse dell’osservatore. Considerando questo principio di notevole importanza, abbiamo preferito collocare il viale in modo che possa essere concluso ad una estremità da un elemento di paesaggio di notevoli dimensioni, e di lasciare all’ingresso sud il minimo dei trattamenti architettonici necessari ad ornamento di questa passeggiata.
Il viale può essere considerato l’elemento centrale dell’organizzazione del parco meridionale, e tutti gli altri particolari sono pensati in misura maggiore o minore in relazione ad esso.

Piazza d’armi
A ovest si trova la piazza d’armi, che occupa circa 10 ettari, e che può a costi contenuti essere spianata e resa adatta a questo scopo; e anche tre-quattro ettari di terreno più accidentato, che sarà reso disponibile per le esercitazioni. Si propone un ingresso per militare dall’Ottava Avenue all’altezza della 69a Strada, già tagliata con costi considerevoli attraverso la roccia, e che offre l’occasione di un percorso pittoresco attraverso un cancello in ferro battuto, con il percorso principale attraverso il parco posto ad un livello superiore.

Campi da gioco
Il confine naturale meridionale della spianata occupata dalla piazza d’armi, è una ripida scarpata in linea con la 66 a Strada; in questa scarpata si propone di tagliare una delle strade trasversali, e nel tratto piano seguente che si estende verso sud si trova un campo da gioco su circa quattro ettari, come indica la carta. Abbiamo ritenuto molto auspicabile avere uno spazio per il gioco del cricket su queste dimensioni vicino ai margini meridionali del Parco, non lontano dalle ferrovie delle Sesta e Quinta Avenue, che offrono il mezzo d’accesso più rapido alla zona bassa della città.
In questo campo da gioco si indicano due spazi per edifici di dimensioni moderate; uno per chi assiste ai giochi, adeguatamente collocato su una grande roccia che sovrasta il terreno; un altro per i giocatori, all’entrata dalla strada trasversale, attraverso è possibile ricavare un’uscita dal campo da gioco anche quando gli altri cancelli sono chiusi. Si propone di colmare il terreno sull’angolo sud-occidentale del Parco, per realizzare come indicato sulla carta un adeguato ingresso dall’Ottava Avenue.

Il Lago Inferiore
A sud-est della passeggiata, fra gli ingressi della Quinta e Sesta Avenue, si propone di realizzare un lago di forma irregolare, su una superficie di 3-3,5 ettari. Questo tipo di soluzione è suggerita dall’attuale conformazione del terreno, in qualche modo acquitrinoso. Si ritiene che, introducendo questo specchio d’acqua ornamentale nella composizione, si possa migliorare di molto l’effetto pittoresco delle macchie di vegetazione che stanno ai suoi fianchi e lo sovrastano; e che attraverso tale margine naturale questa zona rocciosa del Parco possa essere resa più raccolta e attraente, piacevole per le passeggiate o la sosta.

L’Arsenale
A sud-est della passeggiata si trova quella parte del parco dove attualmente è collocato l’Arsenale. Si tratta di un terreno ondulato e gradevole nei caratteri, che offre gradevoli occasioni di passeggiate all’ombra. Lo stesso Arsenale, nonostante ora sia una struttura molto poco attraente, costruita in modo a malapena accettabile, offre una gran quantità di spazi, in forme che si adattano molto bene agli scopi di un museo. Si propone dunque di intervenire a migliorarne l’aspetto esteriore, per quanto si renda necessario, senza modificarne la forma e l’utilità, e senza grandi spese; e dato che esso si trova nei pressi dell’ingresso dalla Quinta Avenue, e probabilmente rischia di attirare una quota eccessiva di attenzione se lasciato esposto verso sud, si ritiene di piantumare al più presto nelle sue vicinanze alberi di grandi dimensioni che dopo pochi anni possano impedire al museo di spiccare in modo indebito nel panorama circostante.
A est della passeggiata, ci sarà una striscia di prati e alberi dalle vicinanze della 59a Strada alla 72 a, a fungere da vestibolo del Parco; in questo spazio, in una posizione molto visibile, è stato individuato lo spazio per una sala concerti, così come richiesto dal bando; abbiamo proposto di affiancare alla sala concerti, quando essa verrà costruita, una grande serra e un conservatorio.

Il Giardino dei Fiori
Il giardino si trova nei terreni bassi a nord-est della passeggiata, vicino alla Quinta Avenue, la cui quota sulla linea centrale del giardino è di circa sette metri più elevate dell’attuale livello del terreno.
La pianta del giardino dei fiori è geometrica, circondata da arbusti piantati in modo più irregolare e informale, a fungere da raccordo col parco vero e proprio. Al centro si propone di costruire un grosso bacino per una fontana, con un grande zampillo; sono previsti altri zampilli minori, come indicato, e verso la parete a nord, un po’ al di sotto il livello del terreno che sta oltre, si pensa di organizzare una fontana del tipo di quella, famosa, di Trevi. L’acqua per questa fontana, al momento, può essere fornita dall’eccesso di quella della pista di pattinaggio, e dal Reservoir, e ricadrà entro un bacino in marmo semicircolare con fondo lastricato. Una fontana del genere è inadeguata se non può essere alimentata da un’ampia disponibilità di acqua, ma nella posizione scelta dal nostro progetto non ci saranno difficoltà ad ottenere tutta l’acqua necessaria allo scopo.

A nord-ovest della passeggiata, si trova un pendio adatto come spazio per una casa estiva, che vista la posizione può avere qualche pretesa architettonica; ancora più verso ovest, vicino all’Ottava Avenue, una striscia di terreno piano, che termina in una improvvisa e ripida scarpata rocciosa, si propone come ben adatta a ospitare un Casino o spazio rinfreschi.
All’estremità settentrionale della promenade appare in piena vista la collina rocciosa al nord culminante nel punto più elevato di Vista Rock; in questo punto si ritiene in generale che debba essere realizzata una torre: ma assolutamente non troppo grande, perché altrimenti ne sarebbe rovinata la veduta. A nord e nord-ovest della passeggiata, si propone di convertire un’area di bassa elevazione a lago per pattinaggio, così come richiesto dalle istruzioni di massima; così l’immagine pittoresca fra Vista Rock e la passeggiata verrà complessivamente migliorata per chi osserva dal lato sud del lago, che si estende su una superficie di circa cinque ettari. Come si vede dalla carta, è proposta una terrazza nell’avvicinarsi dal passeggio all’acqua. Un elemento certo non assolutamente necessario, ma che aggiunge molto all’effetto generale, e potrà essere anche realizzato in qualunque momento nel futuro.

L’organizzazione del terreno fra il lago da pattinaggio e Vista Rock è suggerita dalla sua forma, dai caratteri della vegetazione attuale. Si tratta di un luogo ben riparato, con grandi masse di roccia a intervalli. Il terreno è umido, e complessivamente ben adatto a quanto in Europa chiamano Giardino Americano: ovvero uno spazio dedicato alla coltivazione di piante appartenenti all’ordine delle ericaceae, ovvero rododendri, andromede, azalee, camelie, rododendri canadesi ecc. Quanto c’è ora, un insieme di liquidambar styraciflua, spezie-cespuglio, alberi dei tulipani, sassofrasso, aceri rossi, querce, azalee, andromede, ecc., è sin troppo intricato e vario. Il terreno è ingombro di pietre, con varie piante senza interesse. Liberandosi di esse e curando di lasciare quanto di valore- e realizzando percorsi adatti, abbondanti piantumazioni, come indicato sopra, introducendo occasionalmente fasci di cespugli e sempreverdi – è possibile rendere questo spazio molto attraente.

Nel punto in cui la collina si avvicina al lago, si propone di lasciare varchi sufficienti per occasionali vedute, o panorami più aperti sull’acqua; e si prevedono a intervalli adeguati strisce a prato per offrire spazi gradevoli per la sosta e il riposo.
A est e a sud dell’attuale bacino, la conformazione generale della superficie prosegue secondo le medesime caratteristiche lievemente ondulate come a est della passeggiata. Si intende questo spazio occupato da distese di prato ben tenuto e alberi a piccoli gruppi o isolati, collocati in modo da lasciar spazio l’uno all’altro senza affollarsi. Si pensa, dato che terreno e condizioni sono adatti, di collocare in questa località una pista da neve lunga circa due chilometri, con piantumazioni fitte di sempreverdi, e cespugli decidui a interrompere l’effetto monotonia. Verranno introdotte strisce di prato aperto, in questi sempreverdi, dato che l’effetto voluto non è tanto quello di un percorso nel fitto della foresta, affollato di piante alte e svettanti, quanto attraverso una campagna boscosa, in cui ogni albero e gruppo abbia avuto spazio in abbondanza per crescere sviluppando al meglio le proprie caratteristiche distintive.

Immediatamente a sud e est dell’attuale bacino, sono già state realizzati dei terrazzamenti, che possono essere facilmente convertiti a percorsi continui di alberi o arbusti. Sarà così offerto accesso a tutti gli ingressi del grande bacino, e piantumato tutto il margine. Complessivamente l’effetto di questi percorsi ombreggiati, si ritiene, sarà di un gradevole contrasto alle vedute da Vista Rock, nelle immediate vicinanze. Nella sezione settentrionale di questa località, collegata ad una delle arterie trasversali, troveranno posto la casa del Sovrintendente, l’ufficio della Commissione, il posto di polizia e altri edifici di utilità come stalle ecc. Il luogo non è lontano da quello occupato attualmente dalla polizia, e si ritiene che sia ben adatto allo scopo. Realizzando un ingresso riservato nella recinzione del bacino, è possibile collegare l’intero complesso, tramite l’arteria trasversale, con le vie cittadine, sarà al tempo stesso centrale ed elevato, senza essere sgradevolmente vistoso. Si propone, come visibile sulla carta, di realizzare brevi collegamenti fra le vie del Parco e l’arteria trasversale a nord dell’attuale bacino, per un ingresso più rapido dei visitatori che lo preferissero.

Il nuovo bacino, con le sue alte sponde, occuperà molto spazio nel Parco, e anche offrendo una vasto specchio d’acqua alla vista, sarà ad un livello troppo elevato per diventare un elemento di attrazione visiva dai percorsi e passeggi ordinari. Si suggerisce quindi di attrezzare tutto attorno un percorso a tale unico scopo; nonostante questo elemento possa inizialmente risultare piuttosto costoso, si ritiene che il risultato possa valere la spesa, per il vantaggio di costituire un percorso che si sviluppa su oltre due chilometri, panoramico sul bacino, senza alcuna interferenza con gli altri percorsi, ai quali è comunque collegato in vari punti.

A est del nuovo bacino, il Parco si riduce a un semplice passaggio di collegamento, e sarà difficile ottenere un effetto adeguato per questa parte del progetto, a meno di conferirgli qualche carattere architettonico. Non si raccomanda comunque di realizzare tale effetto nell’immediato, né di utilizzare i fondi della Commissione, ma di accettare come margine ovest per alcuni anni l’alta sponda del bacino; ciò perché si ritiene che non appena questa parte di città verrà edificata in quantità sufficiente, non risulterà difficile ottenere ricchi effetti architettonici, adeguati allo scopo, senza alcuna spesa da parte della Commissione. È possibile concretamente realizzare una galleria di circa trenta metri, con la strada posta al di sopra, sul medesimo livello del bacino e sovrastante la Fifth Avenue, col resto del terreno a colmata; si ritiene che, essendo la galleria illuminata dal retro, e posta di fronte ad una strada elegante, offrirà in un’epoca non molto lontana spazi molto valutabili per negozi, o altri scopi; si tratta di uno spazio che si estende per alcune centinaia di metri, e potrebbe diventare per il Parco fonte di reddito, anziché un carico economico.

La porzione nord-occidentale del parco, al di sopra del nuovo bacino, è pensata in modo molto semplice, secondo quanto riteniamo essere l’indicazione dei terreno. Prosegue il percorso dei sempreverdi sin quasi ai piedi di Bogardus Hill, e poi cambiando in qualche modo il proprio carattere svolta a est. A questo punto una strada di diramazione attraversa un ruscello, che viene fatto espandere in una vasca poco a valle del ponte: la strada poi sale gradualmente serpeggiando sin sulla cima della collina, che offre uno spazio disponibile per un monumento di importanza pubblica, utilizzabile anche come torre osservatorio. Se, come appare piuttosto probabile, si concluderà positivamente il progetto della linea telegrafica transatlantica mentre il parco si trova ancora nelle prime fasi di realizzazione, sono molte le ragioni per cui riteniamo che l’evento potrebbe essere celebrato con un monumento quale quello indicato dal piano.

La parte centrale della zone superiore del parco è lasciata il più aperta possibile, e può essere spianata per quanto necessario agli scopi dello spazio da giochi indicato dal piano.
La sezione nord-orientale è indicata come arboreto di essenze americane, in modo tale che chiunque ne abbia il desiderio possa familiarizzarsi con alberi e arbusti che prosperano naturalmente nelle regioni settentrionali e mediane del paese.
L’arboreto non è inteso come piantumazione formale, ma pensato in modo da proporre i più bei caratteri del paesaggio di prati e boschi, conservando al tempo stesso per quanto possibile l’ordina naturale delle famiglie. Lo studioso di botanica potrà così trovare qualunque albero o arbusto senza difficoltà. Abbiamo scelto questa porzione di circa 16 ettari nell’angolo più alto, in modo tale da interferire il meno possibile con gli usi più specifici del parco. La zona è in qualche modo separata del resto dell’area da un crinale di terra fra Quinta e Sesta Strada, e comprende gli edifici sul Mount St. Vincent. Le strutture di legno saranno eliminate, e la cappella in mattoni trasformata in museo e biblioteca specializzata in botanica, simile alla Kew, con particolare riguardo a paesaggio e giardinaggio decorativo.

Nel parco vero e proprio troveranno posto numerosi esemplari di tutte le specie, locali e non, che possano prosperare; si propone però di limitare questa particolare raccolta agli alberi americani, perché lo spazio necessario ad un arboreto completo occuperebbe diverse centinaia di ettari, e anche perché ciò consente di esporre la grande varietà americana da questo punto di vista. Nessun altro paese non tropicale potrebbe fornire un quarto del materiale per una raccolta simile. Nell’intera Gran Bretagna, ad esempio, ci sono meno di venti specie indigene di alberi, che crescono in altezza oltre i dieci metri; mentre in America ne abbiamo da cinque a sei volte quella quantità. In realtà ci sono già nel parco oltre quaranta specie di grandi alberi indigeni, il che è quasi l’equivalente dell’intera varietà che si trova in Europa.

Si propone di piantare da uno a tre esemplari per ciascuna specie di albero in campo aperto, con sufficiente spazio ciascuno per raggiungere il pieno sviluppo senza costrizioni per i rami. L’aspetto di ciascun albero deve anche mostrarsi nelle masse, in modo tale da illustrarne le caratteristiche per la composizione. C’è spazio per inserire almeno tre esemplari per ciascun albero autoctono conosciuto negli Stati Uniti a settentrione del North Carolina; e anche per parecchi esemplari di ciascuna specie di arbusti. Questi ultimi però con poche eccezioni non verranno piantati in modo isolato, ma a macchie e come sottobosco a fitta crescita : così come meglio adeguato al tipo di sviluppo naturale, e più gradevole all’occhio.

Si sono così esposte, pensiamo, le principali linee del piano. Non si è ritenuto necessario entrare nei particolari dei vari alberi proposti nelle diverse zone del Parco. Per gli scopi del grande viale, si propone naturalmente come essenza da utilizzare l’olmo Americano, e si spera che l’ottimo effetto prodotto quando disposto su filari regolari si possa realizzare in pochi anni nel Central Park.
Non esiste altra parte del piano dove la scelta delle essenze richieda particolare menzione, eccetto a sud della pista di pattinaggio. Qui c’è l’occasione per disporre degli alberi semi-tropicali.
Nella carta non sono mostrati ruscelli, salvo uno piccolo relativo alla vasca ai piedi di Bogardus Hill, che può essere costantemente alimentato dalle acque scaricate dal nuovo bacino. I piccoli rigagnoli non sono particolarmente interessanti, e abbiamo preferito raccogliere le acque ornamentali in grandi specchi, convogliando in condotti sotterranei tutto quanto al momento attuale attraversa il Parco in esigui ruscelli.

Come norma generale, proponiamo di far correre i percorsi pedonali vicini a quelli carrabili, saranno larghi due metri, consentendo uno spazio a prato di circa un metro e mezzo fra strada e sentiero. Si prevedono altri percorsi più riservati, ma è difficile pensare che qualunque progetto sarebbe gradito a New York, se non proponesse una passeggiata continua lungo le carreggiate, così che i pedoni possano guardare le carrozze e i loro occupanti.
Si noterà che il piano non indica nessun lungo percorso rettilineo. Cosa studiatamente evitata, perché avrebbe offerto ai veicoli l’occasione per un’andatura al trotto veloce. L’idea diffusa di un parco è quella di un magnifico spazio aperto, dove guidare, cavalcare e passeggiare in modo tranquillo. Ciò non si può mantenere, se una delle attrazioni principali è una pista per le corse, o una strada che possa essere facilmente utilizzata come tale.

Questa relazione di progetto è un ampio estratto del documento ufficiale vincitore del concorso per un premio di  2.000 dollari bandito dalla città, estratto da The New York Times, 1 maggio 1858 (pdf immagine nell’archivio storico online del giornale) – Scovato, scelto e tradotto da Fabrizio Bottini 

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